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Incontri Annuali

Incontro Annuale 7 Maggio 2016

OMELIA DI SUA ECCELLENZA MONS. GIUSEPPE PIEMONTESE
VESCOVO DI TERNI-NARNI-AMELIA

(Trascrizione dal sonoro)

Siamo alla vigilia dell’Ascensione del Signore e in questi giorni il Vangelo ci ha riproposto le parole di Gesù, che voleva preparare i suoi discepoli al distacco, mistero del suo ritorno al Padre e anche noi siamo aiutati dal Signore a rapportarci a Lui in una maniera nuova. Gesù oggi ci dice, ci insegna come comunicare con il Padre, attraverso la fede, una fede che non è data una volta per sempre, ma che si rinnova, si irrobustisce, diventa sempre più fervida giorno dopo giorno. Perciò i cristiani non possono dormire sugli allori. Il nostro è un continuo pellegrinaggio, il pellegrinaggio della fede, che apre i nostri occhi, il nostro cuore alla conoscenza del Signore e ad un rapporto sempre più stretto con lui e Gesù oggi ci dice una parola di grande conforto: “Se chiederete qualunque cosa al Padre nel mio nome egli ve la darà”. La nostra preghiera, il nostro rapporto con il Signore è un rapporto di fiducia, di confidenza, di figliolanza. Noi non ci relazioniamo a Dio come il servo con il padrone, ma come il figlio con il Padre. E Gesù ci dice: “Attenti, che le vostre richieste, quelle che servono per la vostra gioia, il Padre è pronto a donarvele ad esaudirle.” Ecco allora, cari fratelli e sorelle, il senso della nostra preghiera insieme, aiutarci a crescere nella fede a rinnovare il nostro cammino di fede ma anche a sperimentare la fiducia la confidenza del Padre verso di noi e oggi, in questo giubileo che stiamo celebrando, noi chiediamo al Signore di poter sentire il suo abbraccio di amore di misericordia Davanti ai nostri occhi trascorre, passa, tutta la nostra storia passata: sofferenze, tradimenti, peccati, debolezze… A volte non abbiamo il coraggio di elevare gli occhi, di guardare il Signore Gesù, il Padre… Ebbene oggi Gesù ci dice di aver fiducia in lui e di aver fiducia nel Padre: oggi qui, in questo luogo, il Padre vuole abbracciarci.
Come il Papa ripete, Dio non si stanca mai di perdonarci. Noi ci stanchiamo di chiedere perdono, perché i nostri comportamenti ci sembrano senza sbocco, senza remissione No cari fratelli e care sorelle, abbiamo la sfacciataggine di rivolgerci a Dio e di chiedergli perdono e misericordia! Lui conosce il nostro cuore meglio di noi stessi Quanti propositi facciamo e poi non manteniamo… per pigrizia… cattiveria… abitudine… assuefazione. Il Signore sa. E senza il suo abbraccio di misericordia e senza lo Spirito Santo, noi non riusciremo a conservare la nostra fedeltà. Nella prima lettura oggi ci viene presentata una coppia che potrebbe essere una delle coppie delle “Famiglie di Maria”: Lui si chiama Aquila e lei si chiama Priscilla Abbiamo sentito qualche volta questi nomi. Sono una coppia che ha lavorato a fianco di Paolo nell’annuncio del Vangelo e io ve li propongo come esempio di ciò che oggi una famiglia di cristiani deve vivere, deve sperimentare. Ebbene questa coppia ha vissuto insieme a San Paolo almeno due anni. Erano lavoratori di tende e San Paolo pure lui aveva questo mestiere e insieme a loro, nella loro casa, ha lavorato con le sue mani e, nello stesso tempo, ha annunciato il Vangelo. San Paolo ha per questa coppia un’amicizia strettissima e un affetto grande, tanto che, quando scrive la lettera ai Corinzi, ai Romani, non manca di salutare Priscilla e Aquila o di porgere i saluti a nome di Priscilla e Aquila3 E alla fine della lettera ai Romani dice queste parole bellissime: “Salutate Prisca e Aquila, i miei collaboratori in Cristo Gesù. 4Per salvare me, la mia vita, essi hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto rendo grazie, ma tutte le Chiese del mondo pagano.5Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.” Sono collaboratori di Paolo in Cristo Gesù, lo hanno ospitato nella loro casa. Almeno in alcuni luoghi si radunavano i cristiani per pregare, per leggere, per ascoltare il Vangelo e nel brano che abbiamo ascoltato oggi sono essi che accolgono questo discepolo, Apollo, nativo di Alessandria, un uomo colto ed esperto nelle scritture, che non aveva ancora conosciuto appieno Gesù, ma soltanto il battesimo di Giovanni. Questa coppia lo chiamano in disparte e gli spiegano il Vangelo di Gesù, perché l’ annuncio che fa sia completo. Un esperienza bellissima: questa coppia che fa il catechismo, che annuncia il vangelo , che forma questo grande maestro, Apollo, questo esperto nelle scritture, questa coppia che ospita nella sua casa altre coppie di cristiani, per pregare e per leggere la Parola di Dio .
Cari fratelli e care sorelle, ecco, non ho scelto io questo brano oggi: è la liturgia che ce lo propone, che lo propone a voi, queste Famiglie di Maria”, che hanno fatto della preghiera e dell’evangelizzazione il fulcro della loro testimonianza. Abbiamo bisogno di questo. Io vi chiedo di sperimentare nelle preghiere che fate nelle case nelle famiglie, questo senso di Chiesa che ha animato la prima comunità cristiana e che ancora oggi si deve spandere in tante altre famiglie. La nostra Diocesi ha bisogno di grande comunione, di missione, di una missione nuova, appunto, in questa direzione. Sentitevi investiti, in forza del vostro battesimo, della missione di annunciare il Vangelo, con gli amici, nelle case, con le persone che incontrate, nei momenti di preghiera… Andate alla radice. Non andate alla ricerca di questo e di quest’altro, di questa o quella apparizione. È la parola di Dio, il Vangelo, che Gesù vi ha affidato, ci ha affidato, che dobbiamo approfondire, annunciare e vivere. C’è bisogno di questo. Ecco, ringraziamo il Signore per ciò che ci fa sperimentare oggi e chiediamo il dono dello Spirito Santo. Ce lo darà, come ha detto Gesù nel Vangelo, per vivere nella gioia la nostra vita e per aiutare altri a conoscere il Vangelo di Gesù e a sperimentare la stessa gioia.

CATECHESI DI DON FRANCESCO

(Trascrizione dal sonoro)

Don Francesco ha iniziato la sua catechesi riflettendo sullo spirito di fondo e sulla realtà dell’Associazione.
Ha preso spunto da una parola chiave, che ha individuato dalla relazione della responsabile dell’Associazione.
Questa parola chiave è “corda”.
“Le Famiglie di Maria”, ha detto, sono come una corda che la Madonna ha voluto buttare su questa terra alle famiglie, che oggi naufragano in un mare in tempesta , per salvarle.
Le ha chiamate a fare una cordata, a pregare unite per le famiglie, nella famiglia; a vivere secondo lo spirito della Chiesa, che è spirito di Misericordia.
“ E lo spirito di misericordia, ha proseguito, abbraccia tutti: ogni battezzato, ogni famiglia, il Papa, la società intera: tutti!
Noi non siamo gli organizzatori sociali, ma viviamo l’esperienza del Pastore, andiamo dietro il Pastore che ci guida. Il Pastore che ci guida è Gesù e ci guida con la croce, che non è morte, ma resurrezione, perché la morte è solo un passaggio.
Le morti sono quelle situazioni di sofferenza che le famiglie vivono.
Il limite più grosso è il peccato ormai globalizzato, in questo mondo che con la sua cultura, con i media, la politica, l’economia, cammina senza una visione integrale piena del senso della vita e dell’umanità.
Non sappiamo con trasparenza da dove veniamo, dove andiamo, chi siamo e andiamo avanti con scelte che non rispettano sempre il bene comune e Il peccato ci porta a complicare le cose.
Ma il Signore ci ha dato una Mamma, la sua stessa Mamma, che ci guida.
Ricordate l’immagine del giudizio finale che è rappresentato nell’affresco della nostra Cattedrale? Si vede Gesù, che cammina verso la patria celeste, che passa dal ruolo di pastore a quello di pescatore di anime e ha due reti piene, che porta su con fatica e c’è una donnina che sta aggrappata a queste reti con una semplice “corda”, la corona del Rosario.
Questa è la situazione delle “Famiglie di Maria”!
Che cosa sono le famiglie che si sostengono con la preghiera? Sono le famiglie unite a Maria, che con il santo Rosario, Lei lega forte a Gesù, per essere portate da Lui verso l’alto: una cordata d’amore con Maria, per la salvezza del mondo.”
Su questa linea di fondo, Don Francesco ha voluto soffermarsi su tre punti:
“- Primo punto: il collegamento con Maria ci porta all’anno liturgico, che trasforma gli anni umani in realtà sacramentale: l’anno di Gesù, che fa famiglia con noi, Dio che vive il nostro tempo e trasforma l’umanità in famiglia dei figli di Dio.
Quanto è importante, ha detto, che noi viviamo i nostri affari, le nostre speranze, le nostre fatiche, dentro il cuore di Gesù, dentro l’anno di Gesù!
Adesso siamo nel momento cruciale dell’anno del Signore; abbiamo le feste apice: la sua Pasqua, l’Ascensione e la Pentecoste.
Gesù con l’Ascensione sta ancora con noi, ma si nasconde e si manifesta nella nostra “carne”, nella fragilità della nostra esistenza terrena; quindi, l’amore della famiglia è la testimonianza che Gesù vive nella nostra precarietà umana, nelle nostre situazioni familiari. Nell’Ascensione c’ è il nostro mandato: noi siamo il volto del Padre di Misericordia. Così l’anno liturgico ci nutre, perché diventiamo il fermento di Gesù nel mondo. Come si fa ad esserlo ? Dobbiamo nutrirci di Spirito Santo, dello Spirito della Santissima Trinità. Come? Vivendo bene gli appuntamenti di nutrimento che il Signore ci dà: i sacramenti, particolarmente l’Eucarestia della domenica, seguendo gli insegnamenti del Magistero. Nell’Eucarestia il Signore, che si è fatto uno di noi, ci nutre della sua carne, per donarci lo Spirito del Padre: nutre il nostro cuore, le nostre famiglie con il suo amore.
Secondo punto : la famiglia di Dio, la SS Trinità, che viene sulla terra a fare con noi un cammino nella vita quotidiana, per vivere l’anno liturgico, per manifestare la sua presenza che non si vede, ci ha dato la Mamma.
Noi lo sappiamo bene:” Famiglie di Maria”!
Siamo nel mese di maggio. Facciamo il convegno proprio in questi giorni e poi andremo in Cattedrale, dove c’è la Madonna della Misericordia
Bisogna ascoltare Maria, che ci accompagna, perché ci faccia fare il cammino dell’anno liturgico, nella testimonianza da dare al mondo.
Tutto quello che facciamo non lo facciamo da soli, ma in una cordata che ci collega a Maria, perché Lei ci faccia fare un itinerario da cristiani.
Terzo punto: possiamo prendere in mano i documenti del Magistero, (oggi legato al Concilio Vaticano II, avvenuto 50 anni fa), con papa Francesco che con l’esortazione apostolica “Amoris Laetitia”, incoraggia tutti quanti, tutte le famiglie a portare avanti l’amore, come Dio comanda. In questo documento, c’è la pastorale familiare tutta e noi dobbiamo essere di aiuto, perché la Chiesa la porti avanti con tutte le famiglie. Il titolo “Amoris Laetitia”, tradotto, significa “La gioia dell’amore”
Che gioia è ? Non il sesso ad uso e consumo, non l’utero in affitto.. i figli in provetta…
L’amore di Dio è la sua Gioia, non quella che dà il mondo.
Impariamo allora a desiderare l’amoris laetitia, la gioia che ti dà Gesù, che è la vera gioia, che Lui nell’ultima cena ha promesso di darci.
Dobbiamo avere sete della gioia che ci dà il Signore . Dobbiamo avere fame e sete dell’amore di Dio, del suo perdono della sua capacità di amare.
Quale è stata la prima esortazione che il papa ha fatto? La prima esortazione che il Papa ci ha dato è l’ “Evangelii gaudium”, ovvero “La gioia del Vangelo”
Realizzare la gioia del Vangelo, prima di tutto nelle famiglie: è una gioia che si ha nelle fatiche, nella praticità delle opere della Misericordia
La famiglia è la realizzazione dell’ “Evangelii gaudium” nella fatica di amarsi.
La famiglia che non si nutre della Parola di Dio, va dietro ai problemi senza saperli affrontare
Noi siamo l’anima, perché la Chiesa porti avanti tutto questo con i programmi che il cielo vuole; Maria con Gesù fanno con noi questa “cordata della Misericordia divina” per questo nostro tempo.

RELAZIONE di Maria Grazia Panzetta Rasile

Eccoci di nuovo riuniti a convegno.

Per capire bene il senso del nostro essere qui oggi, insieme, intorno all’altare del Signore, sotto il manto di Maria, occorre riportare un attimo alla mente la base sulla quale si fonda la nostra unione.

Parola centrale che sintetizza il nostro stare insieme è: ”Famiglia”.

Quando iniziammo questo cammino, 16 anni fa, c’era e c’è ancora oggi dentro di noi, un grande desiderio di famiglia sana e felice; c’era e c’è la convinzione che solo la famiglia che corrisponde al piano di Dio, che fa la sua volontà, che accoglie e ridona il suo amore misericordioso, può essere felice e anche unita, perché trova in Gesù, con la grazia del sacramento del matrimonio, il cemento dell’unione e la spinta ad andare avanti insieme.

Ecco, quindi, l’ideale che continua a muoverci: la famiglia che condivide la fede nel Signore , vive nella Chiesa e fa del Vangelo di Gesù il suo punto di riferimento e, come espressione di tutto questo, pertanto, prega unita.

Di fronte alle difficoltà che ci pone la vita, così accattivante nei beni terreni, nel consumismo e nella frenesia del “fare”, fin dall’inizio, abbiamo individuato nella preghiera il mezzo potente che il Signore mette nelle nostre fragili mani. Capimmo subito che ci aspettava un lungo impegnativo cammino e che avremmo avuto bisogno di un sostegno particolare: lo trovammo nel metterci sotto la protezione della Madonna, mamma per eccellenza e nell’aiutarci tra noi pregando gli uni per gli altri.

Oltre a spronarci a fare un cammino di fede nella Chiesa, ci demmo questo segno di unione: il rosario del martedì per affidare a Maria tutte le famiglie insieme, anche da lontano. Questa, in sintesi, è la base del nostro cammino. Quali eventi si sono succeduti in questi anni? Gli avvenimenti da raccontare sarebbero tanti, ma cerchiamo di sintetizzare. Nei primi anni ci fu un gran fermento. Arrivavano centinaia di iscrizioni di persone che si univano a noi, da tante parti d’Italia e anche dall’estero.

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Sono nate tante relazioni nuove tra di noi, attraverso le quali ancora con molti ci sosteniamo, con la reciproca testimonianza di fede, con l’amicizia fondata sull’amore fraterno in Dio, con la preghiera.

Parallelamente, negli anni, sono arrivati a noi tanti doni dalla Chiesa: l’appoggio e la guida dei sacerdoti: Don Francesco Grasselli all’inizio, Don Francesco Paolo Vaccarini, nostro assistente spirituale fin dal secondo anno, e Don Adolfo Bettini, che ci dà il suo sostegno e disponibilità accanto a Don Francesco; fin dal 2003, abbiamo avuto l’appoggio di Sua Ecc. Mons. Vincenzo Paglia, che ci ha seguito nel nostro formarsi come Associazione, nel nostro crescere e, oltre a partecipare ogni anno al nostro Convegno Annuale, ci ha donato l’approvazione scritta dello Statuto; come se il suo impegno con noi fosse una profezia, da Terni è passato a Roma per presiedere il Pontificio Consiglio per la famiglia.

Anche ora abbiamo la grazia di essere accolti e appoggiati dal Vescovo attuale di TerniNarni-Amelia, Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Piemontese, che, come è stato presente l’anno scorso a Collevalenza, oggi ci attende alla Porta Santa per vivere con noi il Giubileo. L’anno scorso a Collevalenza, Padre Giuseppe ha definito ancora meglio la strada che conviene seguire per andare verso quello specifico ideale al quale siamo indirizzati e cioè il valore di famiglia cristiana, che già viviamo e che, rimarrà per noi come la “Magna Charta” dalla quale non discostarsi mai.

Ma intanto, come è andata in questi anni la vita delle famiglie? Purtroppo il mondo attuale nel quale vivono le famiglie, è tutt’altro che migliorato, anzi, mai nella storia c’è stato un attacco così grave alla famiglia come quello di oggi. Allora a che cosa sono serviti questi anni nei quali, chiamati dalla Mamma Celeste abbiamo guardato all’ideale di una famiglia unita nella fede e felice tra le braccia del Signore e per questo abbiamo pregato?

Sicuramente la Madonna, chiamandoci a questa cordata, è stata profetica. Nel contesto in cui viviamo, dove le istituzioni laiciste vogliono minare la sacralità della famiglia, noi con la preghiera, invocando la protezione di Dio per intercessione della Mamma celeste e con la testimonianza come famiglie, continuiamo a seminare il Vangelo della famiglia. Inoltre, mi viene da vedere la chiamata che abbiamo ricevuto come una corda che si butta ad un naufrago nel mare in tempesta, per poterlo salvare. Ecco, io vedo la nostra chiamata come un’ancora di salvataggio nel mare in tempesta in cui oggi si trovano le nostre famiglie.

La Madonna è mamma e certamente ha già intravisto i pericoli che incombono su questa umanità e ci ha sempre ispirato a prepararci nel presente e per tempo a questa crisi. In questa tempesta ci ha invitato alla preghiera, al Santo Rosario come arma per vincere il male. Da quando è nata la nostra Associazione, in questi ultimi 16 anni, abbiamo visto tante famiglie divise, allargate, con danni morali enormi per i figli, che non hanno trovato il calore
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di una mamma e un papà, che stabilmente si amano e li amano, ma per grazia di Dio, anche alcune famiglie che alla luce della Parola di Dio si sono riappacificate e ricomposte.

Non nascondo che in questi anni abbiamo visto tante persone scoraggiate. Per chi ha una concezione cristiana della famiglia, sperimentare la divisione della propria famiglia o vedere la famiglia di un figlio lacerata dalla divisione, dal susseguirsi di nuove relazioni, convivenze, divorzi e nuovi matrimoni, è una sofferenza indicibile. Non è facile accettare questo e vedere nelle situazioni di famiglie allargate, come si suol dire, la speranza di sciogliere i nodi per tornare alla pace e serenità di tutti. Forse anche noi, che abbiamo ricevuto dalle nostre famiglie d’origine e dalla Chiesa stessa una certa formazione, ci sembrava che per chi esce dalle “leggi”, dalle “regole stabilite”, è quasi impossibile salvarsi!

Ma come Gesù 2000 anni fa ha inaugurato un tempo nuovo, superando il legalismo, e aprendo l’era della misericordia, così oggi, ripete questa operazione attraverso la Chiesa, che, per mezzo di Papa Francesco, ci dona l’Anno della Misericordia, dopo aver voluto due sinodi sulla famiglia.

Torniamo all’Associazione. Ho detto che nei primi anni di vita questa crebbe con una velocità incredibile e si sparse molto presto in tutte le regioni italiane ed anche all’estero, grazie ad alcune persone che sentirono fortemente la chiamata a diffonderla per unire tanti fratelli attraverso la preghiera.

Ci fu quindi un’espansione numerica, ma difficilmente gestibile nel tempo, perché era difficile tenere i contatti con tutti.

16 anni di vita, hanno portato ad un invecchiamento ed anche alla morte di molte persone tra cui proprio molte di quelle che si erano rese disponibili a sostenere e diffondere l’Associazione. Sono molto diminuite le nuove iscrizioni, però in merito al cammino di maturità spirituale e ai nuovi arrivi che contattano direttamente il Centro, viene instaurato un dialogo diretto e un’adesione ancor più consapevole.

In questi 16 anni di storia del nostro cammino, per mezzo dei i segni e anche nei piccoli passi fatti, abbiamo potuto leggere e toccare con mano, cosa la Madonna ci ha fatto fare e pertanto ci siamo chiesti quale significato avesse questo calo di numero, che cosa la Mamma Celeste volesse da noi. Abbiamo capito che c’è da consolidare la nostra adesione e allora ci siamo detti: senza pretendere di andare troppo lontano, questo lo lasciamo fare a Maria, se vuole, noi impegniamoci di più nel territorio che abbiamo più accessibile, ricominciamo a lavorare da Terni, perché poi da qui si irradi anche oltre. Così quest’anno, sempre in linea di continuità con il passato, abbiamo lavorato per consolidare ed espandere il numero dei cenacoli. A Terni e anche in altri luoghi, già nei primi tempi si formarono dei cenacoli, prima nelle chiese e poi nelle case.
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Quest’anno si è consolidata la squadra delle persone impegnate e ogni martedì siamo stati accolti in qualche famiglia, talvolta anche con la presenza del nostro Assistente Spirituale, Don Francesco. Stiamo godendo di tanta bellezza: in questi cenacoli domestici, ci ritroviamo insieme nella gioia di essere fratelli, famiglia di Dio, e sperimentiamo la presenza di Gesù e di Maria in mezzo a noi. È quello che vorremmo trasmetterci! Desideriamo che tutti ritornino nelle proprio case trasformando le proprie famiglie in nuovi cenacoli.

Papa Francesco ci ha rinnovato questo spirito con la grazie del giubileo, invitandoci anche alle opere della misericordia: Pregare con i fratelli, condividere esperienze di fede, incoraggiarci, chiarirci, sostenerci, sono opere di misericordia.

Perchè non darci/prenderci un piccolo impegno proprio per questo tempo di misericordia? Già all’interno della nostra Associazione, possiamo prendere esempio da alcune nostre sorelle le quali vanno nelle case di riposo a far pregare gli anziani che vi si trovano. Guardandoci intorno, sicuramente troveremo un anziano, una persona sola, una famiglia che ci accoglie, per offrire il nostro conforto e il nostro invito alla preghiera!

Augurandoci un fecondo cammino per tutte le famiglie, vi saluto cordialmente.