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Incontri Annuali

Incontro Annuale 29 Maggio 2010

 

SALUTO E ACCOGLIENZA DA PARTE DI DON FRANCESCO PAOLO VACCARINI

(Trascritto dalla registrazione audio)

Ci accogliamo a vicenda, in questo Convegno che segna il decimo anniversario delle Famiglie di Maria, pensando e pregando  anche per le persone che sarebbero volute venire, ma che non hanno potuto, come Gianni Pasqui, di Roma, diversi lo conoscono…, è  ricoverato  d’urgenza all’Ospedale.

Siamo una famiglia di famiglie, provenienti da tante parti d’Italia. Vedo arrivati da Milano,Roma, Potenza… Siamo tutti fratelli e sorelle in Cristo Gesù.

La famiglia è il progetto iniziale di Dio, che, nonostante il peccato originale e tutte le cattiverie che ne sono susseguite nel tempo fino ad oggi, non è stato ancora distrutto e non sarà mai distrutto.

La famiglia è la pietra basale della società, secondo il progetto di Dio.

Per vivere ciò, il nostro compito è quello di tenersi uniti a Maria, Madre di Dio e nostra, e con Lei pregare per tutte le famiglie.

Aspettiamo Mons. Vincenzo Paglia, che verrà a donarci parole di orientamento. Vedete  che il tema di quest’anno che lui ha indicato è :

“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”

(Lc 1,38)

Sono le parole della Mamma Celeste, che devono  essere anche le nostre.

Mediteremo i misteri gaudiosi, riflettendo sul “Sì” di Maria, agli inizi dei primi frutti della venuta di Gesù in mezzo a noi, all’inizio dell’incarnazione.

Intanto vi propongo  la preghiera dell’ora media, in unione con tutta la chiesa, al Santo Padre.

Sarà un abbraccio del Signore,  della Mamma Celeste a tutti noi

(Seguono l’invocazione allo Spirito Santo ;

la preghiera dell’”Ora Media”;

la lettura del Vangelo di Luca(1,26-38 );

il canto “Santa Famiglia di Nazareth”, che è l’inno delle “Famiglie di Maria.

Poi Don Francesco mostra il “Libro delle famiglie” e spiega)

Avete visto il libro che abbiamo esposto: contiene i nomi delle famiglie e lo presentiamo sull’altare ad ogni momento particolare.

Non ci sono tutti i nomi delle famiglie che stanno pregando gli uni per gli altri. Tante ormai lo fanno senza essere conosciute da noi. Però ce n’è un bel numero. Ce ne sono scritti 3330, ed alcuni nomi corrispondono addirittura ad un gruppo di persone. Questo libro è come un  piccolo segno da portare al Signore,  anche in senso materiale. Lo  mettiamo nelle mani della Mamma Celeste, nelle mani della Santa Famiglia .

SANTO ROSARIO

PRIMO MISTERO GAUDIOSO: L’ANNUNCIO DELL’ANGELO A MARIA

Ripensiamo al brano del Vangelo di Luca, già proclamato (Lc 1,26-38 ).

Vorrei pregare, perché prendiamo coscienza del fatto che tutti facciamo parte di una famiglia, anche chi è vedovo, chi è  consacrato, ma, soprattutto, tutti facciamo parte della grande  famiglia  che Gesù ha   costituito, inserendoci nella famiglia della Santissima Trinità.

Pensate un po’: la prima a dire un “Sì” perfetto è stata  Maria, tanto che Dio è diventato figlio in lei, che,  con il suo “Sì”, ha portato la famiglia umana nella stessa famiglia di Dio.

Siamo qui per prendere coscienza  e caricarci di questa forza, di questa gioia.

Davanti a quello che sta succedendo, di fronte a tante situazioni di debolezza, di morte, di violenza, di  disfacimento di  tante famiglie, noi abbiamo la certezza che il Signore è nostro Padre e noi siamo i suoi figli.  Siamo dentro il cuore di Dio! Viviamo con questa fede la vita, nonostante tutto.

II MISTERO GAUDIOSO: LA VISITA DI MARIA SANTISSIMA A SANTA ELISABETTA, dopo che l’angelo ha detto: “Niente è impossibile a Dio, ecco, vedi, anche la tua anziana parente ha concepito…”

Vorrei proprio pregare perché le famiglie cristiane siano sempre più consapevoli del ruolo grande che hanno nel mondo di oggi.

Pensate che il sacramento del matrimonio non fa fare un contratto a due, ma fa  fare un contratto con la Santissima  Trinità, per l’eternità e questo contratto si chiama “alleanza matrimoniale”. Il sacramento  del matrimonio, vissuto bene, è la manifestazione visibile, umana della Santissima Trinità sulla terra. Pensate che responsabilità  hanno coloro che ricevono il sacramento!

Preghiamo perché essi abbiamo questa coscienza da cristiani e ne siamo testimoni nella società attuale. Preghiamo per le famiglie che non ne hanno coscienza e  preghiamo per le situazioni di coloro che fanno tanta fatica a vivere questa realtà dell’amore di Dio nella realtà di sposi.

III MISTERO GAUDIOSO : L’INCARNAZIONE DI GESU’, DIO CON NOI, NELLA GROTTA DI BETLEMME

Contempliamo l’avvenimento  degli avvenimenti  della storia umana.

Pensiamo che noi,  innestati in Gesù  con il sacramento del battesimo, che apre le porte a tutta una vita di grazia, che culmina nell’Eucarestia, siamo inseriti totalmente nella famiglia divina.

Ormai il cielo è sceso sulla terra e la terra ha iniziato a salire al cielo: è un mistero che  dobbiamo contemplare continuamente .

Quando ci alziamo al mattino e facciamo il nostro segno della croce,  siamo come il bambino piccolo svegliato dalla mamma e dal papà, che  dà un bacio a loro e viceversa: noi con il segno della croce, come bambini, ci lasciamo abbracciare e baciare dalla SS Trinità , la famiglia  grande in cui siamo inseriti.

Preghiamo perché le famiglie vivano questo e lo trasmettano ai piccoli che nascono e crescono.

IV MISTERO GAUDIOSO: LA PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO.

Gesù si è fatto portare in braccio.

Oggi Gesù continua a farsi portare,  a lasciarsi prendere tra le braccia…

Lo fa attraverso il sacerdote: “…questo è il mio corpo e questo il mio sangue”…”Io ti assolvo”…

Si fa prendere tra le braccia  dal sacerdote,  che tuttavia è una persona umana (E’ l’anno sacerdotale, pensiamoci).

In modo particolare, si fa prendere tra le braccia dalle famiglie, che sanno riconoscerlo e anche che non sanno riconoscerlo. La famiglia cristiana non fa altro che prendere ogni giorno tra le braccia Gesù, addirittura tutta la SS. Trinità.

Quando la famiglia prega, è Gesù che prega; il Padre è presente e lo Spirito Santo aleggia. Quando ci accogliamo l’un l’altro nell’amore, specialmente i più piccoli, i malati, i bisognosi , Gesù ci dice:- Chi accoglie voi, accoglie me.  Chi ha fatto qualcosa al più piccolo dei miei fratelli, lo ha fatto a me.

Nelle famiglie  impariamo  ad accoglierci , sapendo che dietro l’altro c’è il sangue di Gesù, che l’ha comprato, l’ha pagato a caro prezzo; c’è l’amore fedele del Padre, c’è l’ amore sconfinato, lo Spirito Santo, che ci chiama ad esserne eredi per la vita eterna. Contempliamo il “Sì” di Maria: che diventi il “Sì” di accoglienza della SS Trinità, attraverso l’amore reciproco, che deve trasformare il mondo.

V MISTERO GAUDIOSO: GESU’ RITROVATO NEL TEMPIO.

E’come il frutto di quel “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38); primo frutto, che non va secondo la mentalità umana.

Pensate:  la Madonna ha perduto Gesù, per riguadagnarlo ancora più grande.

Gesù gioca a nascondino con noi, per farci crescere nel suo amore.

Pensiamo come la SS. Trinità, in certo qual modo, si nasconde nelle vesti povere della nostra umanità; nelle famiglie con le loro difficoltà, le loro sofferenze, con le loro croci, le malattie,  con le loro ansietà per i grandi e per i piccoli, per i figli e per gli sposi.

Nella croce la SS. Trinità  è crocifissa, ma non per rimanere nella croce, bensì per produrre un salto di qualità. Senza la prova dell’amore, non si sa se c’è l’amore. E la prova dell’amore Dio ce l’ha mostrata:  è quello che ha dato Gesù sulla croce.

Se le famiglie sapessero abbracciare, accogliessero le croci, con l’amore di Dio…

Preghiamo perché tante famiglie lo stanno facendo e in ciò migliorino, ma tante no. Chi abbraccia bene la croce, in fondo, abbraccia Gesù.

Meditiamo bene: Gesù sparisce dalla famiglia di Nazareth, ma poi viene ritrovato più adulto, riconosciuto quale il Figlio del Padre celeste.

Segue la consacrazione delle famiglie a Maria:

A te Vergine  Santa consacriamo le famiglie,  le nostre famiglie, tutte le famiglie. Accoglici e fa’ che non ti lasciamo mai.

SALVE REGINA

PATER, AVE, GLORIA, in unione con tutta la chiesa e secondo le intenzioni del Santo Padre

INCONTRO CON SUA ECCELLENZA MONS. PIETRO BOTTACCIOLI

(Trascritto dalla registrazione audio)

DON ADOLFO BETTINI ci ha presentato così  Mons. Pietro Bottaccioli,  vescovo emerito di Gubbio, inviatoci  da Sua Ecc. Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni:

“Il Vescovo nostro oggi ci ha fatto un grande dono : ci ha mandato sua ecc Mons. Pietro Bottaccioli, vescovo emerito di Gubbio.

Io  ho avuto il dono di conoscerlo, perché è stato mio rettore in seminario .

A lui devo la mia formazione, la sua comprensione, la  sua paternità e , perché no,  anche la sua pazienza.

Mi ha fatto una presentazione alla grande.

Il complimento che posso fare al nostro  Mons. Pietro è quello di essere  innamorato di Maria. Credo che in questo momento una carta di identità di presentazione migliore, non ci possa essere: innamorato della Madonna.

Sull’immaginetta della mia ordinazione, lui stesso ha messo una frase di affidamento totale a Maria.

Ecco chi è colui che è in mezzo a noi: è un dono di Dio!

CATECHESI DEL VESCOVO

Io vi saluto con affetto e direi con grande stima, perchè  il vescovo vostro, Vincenzo, mi ha parlato tanto di voi, mi ha detto delle meraviglie che  voi operate con la vostra umiltà, con la vostra preghiera, per cui io desidererei più ascoltare voi, che farmi ascoltare. Quello che questa vostra Associazione sta producendo nella vita  della Chiesa locale ed anche attorno, è una cosa veramente che conforta, in un momento in cui  soffriamo di tante cose, che turbano la serenità anche nella vita della Chiesa. Quindi, io avrei voluto ascoltare voi.

Se volete dirmi qualche cosa, volentieri lo accolgo.

Questi giorni, tutti i vescovi d’Italia, quelli che hanno ancora in mano la loro diocesi e noi  emeriti, vecchietti, ( siamo gli emeriti… io ho passato gli ottanta…) eravamo riuniti, per discutere del grande problema dell’immigrazione, della grande emergenza educativa…

Eravamo nella Cappella Sistina, dove c’è il grande affresco  di Michelangelo sul giudizio universale.

Nel grande affresco del “Giudizio universale”, si vede Gesù che giudica e la Madonna che si nasconde dietro di lui.

Questo affresco, grande,  mette anche un po’ di timore, perché al centro proprio c’è Gesù che giudica con la mano alzata e la Madonna si ritira, si nasconde dietro a Gesù, perché lui è il giudice e lei non mette parola nelle decisioni del giudice.

Ma c’è un particolare proprio significativo nella fede di Michelangelo e nella fede di tutti noi, del popolo cristiano: mentre si vedono i cattivi che precipitano nell’inferno, c’è un angelo che, con la corona, tira  su una persona.

Questo è un segno della fede di Michelangelo, che voleva dire che la corona non è un semplice strumento di devozione popolare, ma è l’aggancio per la nostra salvezza.

Questa è una cosa grande, perché alle volte anche noi ci preoccupiamo del giudizio di Dio, anche noi, mica solo gli altri!  Come ci giudicherà il Signore?  Sappiamo che Gesù è infinito amore, ma noi siamo tutti peccatori… Come ci giudicherà il Signore?

Allora ci consola pensare che se anche La Madonna appare  in quel momento ritirata,  in realtà pensa a noi, ci aiuta, perché possiamo attraversare quel momento, decisivo per l’eternità, con serenità.

Chi è veramente devoto della Madonna deve metter via scrupoli e timori, per la nostra condotta di peccatori, perché,  se il  nostro cuore ci rimprovera, dice la Sacra Scrittura, Dio è più grande del nostro cuore

Ricordate le rivelazioni di Fatima?

Sono stato a Fatima,  ero prete, sono stato anche a casa di Lucia ed ho incontrato la sorella.

Mi diceva che, quando i tre bambini nella loro vita di pastorelli, prima di far merenda, dicevano il Rosario, Francesco finiva sempre prima e arrivava prima a prendere la merenda.  Lui, per far presto, diceva solo “Ave Maria, Santa Maria; Ave Maria, Santa Maria”e finiva subito. Quando la Madonna disse a Lucia che avrebbe portato in Paradiso prima i due più piccoli, Lucia chiese: Ma anche Francesco? La Madonna rispose :“Sì, ma prima deve dire molte “Ave Maria”.

Questo è nella cronaca delle apparizioni.

Ecco, carissimi fratelli e sorelle, voi  lo sapete bene , il Rosario non è solo una preghiera vocale , detta solo con la bocca. Non è che noi tante volte mettiamo fiducia solo  perché diciamo tanti rosari!

Il Rosario è entrare nel mistero della vita di Gesù, nel mistero della nostra salvezza è entrarci con Maria, con i suoi sentimenti, con la sua vita. Allora il Rosario è una guida per la nostra vita spirituale, per il nostro cammino di discepoli di Gesù.

Il Vescovo Vincenzo mi ha detto che ha voluto che, in questo vostro  bell’anniversario, dieci anni delle “Famiglie di Maria”, dieci anni dell’Associazione, si sottolineasse  una parola di Maria. La Madonna ha parlato poco, ma le cose che ha detto sono centrali.

“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”

(Lc 1,38)

Ecco, dunque carissimi  fratelli e sorelle, basta che noi ricordiamo questa parola di Maria e subito ci viene in mente il momento grande della sua vita, in cui riceve la missione,alla quale il Signore l’aveva preparata prima ancora della nascita, perché Maria è “Immacolata Concezione”.

Lo Spirito Santo aveva abitato nel suo cuore e orientato la sua vita fin dall’inizio. Immacolata Concezione!  Quindi aveva preparato Maria a questo momento grande dell’Incarnazione di Suo Figlio.

E’ un mistero grande: Dio si fa visibile e diventa uno di noi !

Se il Signore si fa visibile e diventa uno di noi,  con tutte le note proprie della nostra natura, è come noi, in tutto, tranne che nel peccato.

E’ un mistero che ci deve dare fiducia, perché ci mostra quanto il Signore  ci vuol bene e Maria apre il cuore a questo mistero con queste parole: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

E’ il suo sì , quando l’angelo le rivela quello che il Signore desidera da lei.

Se voi sfogliate la Sacra Scrittura, trovate che proprio con le stesse parole, con gli stessi sentimenti,  la Madonna ripete quello che Gesù, entrando nel mondo, aveva detto al Padre. Se noi leggiamo la lettera agli Ebrei, al capitolo decimo,  troviamo che Gesù entrando nel mondo dice al Padre:   “Tu non hai voluto né sacrificio, né offerta, non hai gradito né olocausti, né sacrifici per il peccato. Allora ho detto : – Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.

La Madonna ripete le stesse cose, ha già gli stessi sentimenti del Figlio di Dio che si fa uomo nel suo seno. Già Lo Spirito Santo  ha formato il suo cuore, la sua anima, ad essere accogliente.

Ecco, allora è importante che voi viviate la vostra preghiera in modo sempre più impegnato.

Certo, voi insieme pregate, so che le vostre famiglie pregano anche per le famiglie che non sono abituate più a pregare. Però, vi raccomando, più che moltiplicare le “Ave Maria”,  fate in modo che la vostra preghiera sia interiore.

Se leggete ” Il giornale dell’anima”, di Papa Giovanni, vedete come lui diceva il rosario completo tutti i giorni. La preoccupazione nostra è di metterci l’anima, di metterci l’ascolto.

Io ricordo che Il mio vescovo, quando aveva qualche problema, ci chiamava, ci prendeva a braccetto e ci diceva: io devo risolvere un problema grosso, dovete aiutarmi.

Una volta aveva due ragazzi sui quali aveva messo gli occhi. Conoscendoli, credeva che fossero adatti a diventare sacerdoti, ma non si decidevano. Allora, presomi sotto braccio,  mi disse: “Devi aiutarmi.  Recita per 15 giorni il rosario intero, ma non basta.  Poi aggiungici anche qualche fioretto particolare, una mortificazione, qualche sacrificio.” Era il  vescovo Pagani,  un vescovo che si dava da fare per le nostre diocesi di Città di Castello e di Gubbio; poi diventò arcivescovo di Perugia. Lui aveva questo spirito, perché diceva che con questo metodo otteneva tutto.

Se voi scorrete i misteri del rosario, ci trovate proprio quello  di cui noi cristiani  abbiamo bisogno per seguire Gesù come lo segue Maria.

Già in questa prima cinquina, adesso sono 4,  nei misteri della gioia, c’è già  tutto il cammino di Maria, cammino che  anche noi dobbiamo fare con il suo aiuto e con la grazia del Signore.  In questi misteri della gioia, i misteri iniziali: l’annuncio, la visita a Santa Elisabetta, la nascita…   la Madonna vive sempre profondamente questi momenti, con tanto amore, per fare quello che Dio le chiedeva.

Lei sempre più comprende, perché la Madonna  non sempre comprende tutto in profondità. Quando fu presentato Gesù al tempio,  il vecchio Simeone dice: “Ecco, questo bambino sarà un segno di  contraddizione e a te una spada trafiggerà l’anima…”(Lc 2,34)

Questa mamma, che portava al Tempio il suo bambino  di 40 giorni, per presentarlo al Padre, si  sente dire  che la sua partecipazione alla vita di questo figlio, porterà nella sua vita una spada, che le trafiggerà il cuore!

Allora noi, con la forza che ci viene dalla preghiera, dobbiamo cercare davvero di seguire il Signore,  non solo quando c’è entusiasmo, ma anche quando c’è qualche sofferenza, che impreziosisce il nostro rosario, perché, partecipando alla passione del Signore, noi riusciamo a cogliere le grazie che vengono dalla sua sofferenza, dalla sua morte e dalla sua resurrezione.

La Madonna viene come educata da Gesù. Pensate quando lo perdono a Gerusalemme! Non lo trovano più. Maria e Giuseppe lo cercano. Dopo tre giorni lo ritrovano e Maria si sente madre responsabile. Allora  dice a Gesù: “Perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io, con preoccupazione , ti cercavamo!”

Ma Gesù:  “ Non sapete che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?”(Lc 2,48-49)

Ecco, carissimi, la Madonna  viene educata a seguire Gesù , ma nello Spirito di Gesù: Dio innanzi tutto, sopra a tutto! E la Madonna non parla più: ha capito finalmente quello che il Signore  vuole da lei.

E’ tutta un’educazione  che lo Spirito Santo fa nell’anima di Maria, perché sia pienamente sincronizzata con l’anima del figlio Gesù, il figlio di Dio, che è diventato, come uomo, anche suo figlio.

Così continuando, noi troviamo questa educazione nello spirito di Maria quando, a un certo punto, durante la vita pubblica, i parenti  di Gesù, che abitavano tutti insieme ed erano come la tribù, sentono che Gesù fa una vita strana, strapazzata.

Lo vanno a cercare per riportarlo a Nazareth e ci trascinano anche Maria .

Arrivano mentre  Gesù sta parlando. Quelli che lo stanno ascoltando, lo avvisano che ci sono i  fratelli  con la madre che lo cercano e Gesù  risponde: “ Chi sono mia madre e i miei fratelli? Sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”

Voi capite come sarà rimasta? Era ancora una lezione di Gesù, per dirle che sopra ai sentimenti naturali  di affetto per il suo Figlio , ci doveva essere un amore generoso di donazione più grande,  perché Lui era venuto per la salvezza di tutti gli uomini.

Il Rosario ci deve portare a queste riflessioni, a meditare su come lo Spirito Santo prepara l’animo di Maria, il suo cuore, i suoi sentimenti, i suoi pensieri, a vivere,  come Gesù, una vita generosa , che non pensa a sé, ma pensa agli altri:  come Gesù che si è completamente donato per noi .

“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

Coraggio, fratelli, vi invito a riflettere, ad impegnarci a fare un po’ di  esame di coscienza.

Chiediamoci: – Come recito il rosario? Conto tutte le Ave Marie che dico? Ma come ho meditato? Mi son lasciato prendere dagli stessi sentimenti di Maria?

Coraggio, abbiate fiducia. La Madonna vi vuole bene.

Vedo questo bel gruppo di famiglie: è una cosa bella!

Oggi si pensa solo alle cose che riempiono i nostri desideri, le nostre cupidigie.. ma Dio è messo da parte; sono messi da parte  i valori che riempiono la nostra vita vera,  che ci preparano al giudizio buono del Signore.

Ecco, cosa bella, infatti, sono questi  10 anni di questa Associazione:  sono una benedizione! Sono una benedizione!

Vi  assicurano la comprensione, l’affetto, la mediazione della Vergine Maria.

Possiate sempre più essere come lei , vicini a lei  e portare anche i fratelli , altre sorelle, a vivere questo spirito di amore alla Vergine  Santissima, che è madre di Dio  e anche madre nostra , madre nostra sincera.

Io ci pensavo quando la mamma mia  lavorava allo stabilimento. Lei faceva dei sacrifici, col babbo che faceva il calzolaio e che era un po’ malato e non poteva fare tutto quello che avrebbe voluto. Pensavo: se la mamma mia, che è una semplice creatura, mi vuole così bene,  quanto più mi vorrà  bene Maria Santissima?

Abbiate fiducia! Coraggio, abbiamo fiducia. Non contiamo sui nostri meriti, chè non ce li abbiamo o ne abbiamo pochi. Contiamo sull’amore pieno di generosità e di donazione della Madonna  e lei ci porta a Gesù.

La Madonna vi vuol bene, cambia la nostra mentalità, purifica il nostro cuore.  Certo, Gesù lo fa  attraverso i sacramenti, in modo particolare con  i sacramenti del perdono, della guarigione, ma dietro c’è sempre Maria, perché tutti i doni che vengono da Dio passano attraverso il Cuore Immacolato di Maria.

Non ho detto niente , ho detto delle semplici parole, ma con tanta ammirazione per voi, per quello che ho sentito di voi, per quello che fate nelle vostre case, con i vostri amici, il rosario tutti insieme.

(A questo punto Sua Eccellenza, ci ha raccontato di un ordine religioso che ha la “casa madre” nel territorio di Gubbio.

Si formò nell’anno 1950, in coincidenza con la proclamazione del dogma dell’Assunzione al cielo di Maria, da parte del papa Pio XII. Quel giorno erano presenti in Piazza San Pietro, a Roma, alcuni giovani francesi.  Durante la celebrazione, ciascuno di essi sentì nel proprio cuore come una chiamata: “Vivi come Maria”.  Successivamente si raccontarono tra di loro questa esperienza e insieme accolsero l’invito che avevano avuto nel loro cuore.

Da quel gruppetto è nato un ordine religioso mariano che ha sia il ramo maschile che quello femminile ed è sparso in tutto il  mondo.

Detto questo, per incoraggiarci e darci fiducia nel progetto che stiamo realizzando con la Madonna, ci ha dato la sua benedizione, ha benedetto i nostri rosari e poi si è seduto tra di noi per ascoltare le nostre testimonianze).

RELAZIONE DI GRAZIELLA RASILE

Eccoci ancora una volta qui riuniti per il nostro Convegno, che teniamo ogni anno in occasione dell’anniversario della nascita delle “Famiglie di Maria”.

Festeggiamo oggi 10 anni di vita della nostra Associazione e ringraziamo il Signore e la Mamma Celeste per il dono che abbiamo ricevuto.

Salutiamo tutti i convenuti.

Innanzi tutto un saluto ed un ringraziamento al nostro Vescovo, Mons. Vincenzo Paglia, che attendiamo, perché, come ogni anno ci onorerà della sua presenza, che è per noi conferma e incoraggiamento

Salutiamo e ringraziamo il nostro Assistente  spirituale Don Francesco Paolo Vaccarini che  con tanta fede e tanto  entusiasmo guida il nostro cammino, coadiuvato da Don Adolfo  Bettini, parroco insieme  a lui  in questa parrocchia. Anche a Don Adolfo il nostro saluto e il nostro grazie  per il suo prezioso contributo alla guida dell’Associazione.

Salutiamo tutti i presenti: sono di Terni e di altre località.

Vorrei salutare tutti, uno per uno. So che ci sono famiglie di Milano, di Roma e provincia, come Poli, di Perugia, di Magliano Sabina, Tuscania… Abbiamo un gruppo di persone di Cosenza, che è entrato nella nostra Associazione l’anno scorso, ma che ci dà esempio di buona volontà e di entusiasmo nel rispondere alla chiamata di Maria.

Se ci sono persone provenienti da località che non ho nominato, sono pregate di alzarsi in piedi e di dirci da dove vengono. Un grazie quindi a tutti i presenti ed un grazie anche a tutti gli altri che sarebbero voluti venire, ma non ne hanno avuto la possibilità: sono spiritualmente uniti a noi e da casa pregano con noi.

Ne abbiamo avuto molte conferme.

Siamo qui, come ho detto, per ringraziare il Signore e la Mamma Celeste per il dono che abbiamo ricevuto e per fare il punto sull’esperienza che insieme stiamo vivendo.

Cerchiamo di capire la nostra identità

C’è una chiamata?

A quale meta?

Tante cose si capiscono durante il percorso, magari guardando indietro nel tempo.

Allora confrontiamo la spinta iniziale, con quello che è avvenuto e tentiamo di fare il punto sulla situazione di oggi, per poi guardare avanti e così progettare il futuro.

Tutto è partito dal desiderio di avere una famiglia unita nella fede, che manifestasse palesemente la sua unione in Cristo, anche con la preghiera in famiglia, come suggerisce la Madonna.

Da allora abbiamo preso maggior consapevolezza  dei nostri limiti e contemporaneamente sono emerse due esigenze strettamente correlate:

chiedere aiuto alla Mamma Celeste, affidando a Lei la famiglia, perché ne guidasse il cammino;

unirci tra di noi, sostenendoci  con la preghiera vicendevole, affidando  a Maria non solo la nostra famiglia, ma anche quelle dei fratelli, per formare intorno a Lei una grande famiglia di famiglie e poterci presentare a Gesù tutti insieme.

Abbiamo concretizzato questo, fissando un piccolo impegno: recitare il Santo Rosario del martedì, con  questa intenzione; se possibile farlo con la propria famiglia, altrimenti anche da soli, a nome della propria famiglia, con e per le altre famiglie.

Come impegno specifico potrebbe sembrare poco.

Non che si dovesse dire il Rosario solo il martedì: è stato il punto di partenza.

Invece le esperienze che si sono susseguite nel tempo ci sembrano chiarire come questa ispirazione sia stata dettata dalla Mamma Celeste e come faccia parte della sua sensibilità di madre, che usa tutti i mezzi, anche quelli che possono sembrare i più piccoli o insignificanti, pur di salvare i suoi figli.

Infatti, è stato come un’ancora di salvezza, con cui liberamente  abbiamo permesso a Lei di prenderci per mano per avviarci in un cammino di fede.

Tante persone che ci dicevano di non saper pregare, di non conoscere la preghiera del Rosario e che, iniziando da un’”Ave Maria”, sono poi piano piano arrivate  al Rosario, hanno sentito il bisogno di un cammino di fede più impegnativo, sono rientrate nella Chiesa  e si sono a volte anche inserite in altri movimenti ecclesiali.

B9Quella che inizialmente sembrava una piccola esperienza privata di due persone , provvidenzialmente, fin dai primi anni , si allargò a tanti e fece sperimentare una pioggia di grazie: crebbe il numero di aderenti, ebbe la guida spirituale di Don Francesco Paolo Vaccarini, ebbe l’attenzione e l’incoraggiamento del Vescovo, Sua Ecc. Mons. Vincenzo Paglia, approdò quasi subito anche all’estero, con il passa parola di coloro che vedevano  nell’unione di tante famiglie tra di loro,  con Maria, un forte sostegno ed una grande speranza.

Iniziò un intreccio di tante relazioni tra persone vicine e lontane, con i mezzi che la modernità ci offre: vedi posta ordinaria, telefono e internet.

Attraverso questi contatti apparve chiaro che in tante persone c’era già nel cuore lo stesso desiderio, che rivelava un bisogno profondo:  la famiglia può trovare la pace e la felicità piena, se fa di Gesù il suo fondamento.

Si videro, però, anche le difficoltà ed in queste, credo, possiamo apprezzare la premura della Mamma Celeste, che ci ha preparato per tempo ad anni ancora peggiori, perché la crisi che investe la famiglia oggi è ancora più pesante di quella che era già presente nell’anno 2000.

Fin dall’inizio, accanto ad una minoranza di  famiglie,  che già erano abituate ad una  preghiera quotidiana condivisa, alcune coppie di coniugi iniziarono a pregare insieme il rosario del  martedì, ma molti furono, e sono costretti ancora, a pregare da soli.

Il nostro Assistente Spirituale ci ha sempre incoraggiato a perseverare, perché ci dice, nessuna preghiera va perduta e se in una famiglia c’è anche una sola persona che prega, quello è il seme che Dio ha messo in quella famiglia .

Tuttavia il desiderio di pregare insieme, gradualmente ha portato a formare gruppi di preghiera nelle  case, a volte intorno a persone anziane o  malati. Molti che non potevano pregare insieme nelle abitazioni, si sono riuniti e si riuniscono ancora nelle chiese, anche se la nostra più specifica finalità rimane la preghiera in famiglia.

Si sono formati così, nel tempo, dei cenacoli, nei quali si prega per la conversione e santificazione della famiglia e ci si comunica quell’amore che ci proviene dal Signore

Proprio su questo vorrei fermare in particolare la riflessione di quest’anno.

Tanti di noi hanno una certa età ed hanno vissuto la propria giovinezza in un’epoca in cui la nostra società si manifestava più cristiana. Sentiamo dire che  il cristianesimo di allora era vissuto più per tradizione che per scelta.

Come negare, però, che i valori di base del cristianesimo, più o meno coscientemente, fossero allora alla base della mentalità comune e che certi principi, come l’idea di famiglia costruita sul matrimonio tra l’uomo e la donna, il valore della vita come dono di Dio, il senso di libertà come rispetto di regole condivise, le stesse concezioni di bene e di male, facessero parte di un patrimonio comune?

Oggi avvertiamo un radicale cambiamento. Generalmente le scelte sono dettate da un materialismo dilagante, da egoismo individuale e sociale (vedi paesi sviluppati che consumano l’80% dei beni della terra) e da un relativismo imperante, che rapporta tutto all’io, invece che a Dio.

Se la società è cambiata, siamo obbligati a riflettere su come noi cristiani dobbiamo vivere oggi il nostro cristianesimo.

Il nostro Vescovo cita spesso la lettera a Diogneto, testo  della Chiesa delle origini, in cui si afferma che i cristiani non si distinguono dagli altri uomini , non vivono in città separate, non conducono una vita diversa dal consueto per quanto riguarda usi e costumi ; vivono ed operano costruttivamente in mezzo agli altri, nella società in cui si trovano, ma in un certo senso sono come stranieri in questo mondo.

Credo che questo sia vero oggi per noi, come allora.

Viviamo in questo mondo, ma non siamo del mondo, perché il nostro sguardo, la nostra meta sono altrove, sono diversi da quelli della mentalità dominante.

Sentiamo che i modelli di vita, che la nostra società ci offre, non ci appagano: vorremmo costruire la nostra vita e la vita delle nostre famiglie su qualcosa di più robusto, qualcosa che ci dia la sicurezza di una pace e di una felicità piena, che non finiscano mai.

Ecco perché siamo come stranieri, in un mondo che non risponde alle esigenze del nostro cuore.

Da questo sentirci in un certo senso stranieri  è nato il desiderio di ritrovarci tra di noi, che condividiamo la stessa fede in Dio.

A molti è capitato di trovarsi all’estero e di incontrare dei connazionali.

Pensiamo alla gioia che abbiamo provato in quel momento: ci siamo sentiti più appartenenti alla nostra patria.

Nel campo della fede avviene più o meno la stessa cosa: quando incontriamo dei fratelli che credono, come noi, in un Dio che ci ama tanto, da averci donato il  suo Figlio unigenito, Gesù Cristo, che è morto e risorto per la nostra salvezza, proviamo una grande gioia , si rinforza anche la nostra fede, non ci sentiamo soli, acquistiamo entusiasmo e forza. Ci sentiamo parte di una grande famiglia di famiglie: la famiglia di Dio, la Chiesa.

Noi cristiani abbiamo bisogno gli uni degli altri, perché la nostra fede si rinforzi con la testimonianza reciproca, non per chiuderci verso il resto del mondo, ma per sostenerci nel vivere con determinazione il Vangelo e poi  essere segno ed operare in mezzo e insieme  agli altri.  ( Come viene ribadito dall’ultima lettera  pastorale “Eucarestia e città” di Mons. Vincenzo Paglia.)

Ecco quello che sta facendo Maria: ci chiama a raccolta, ci fa assaporare che cosa significhi essere fratelli, che pur stabiliti in località lontane tra di loro, ci sono, camminano verso la stessa meta, parlano la stessa lingua, che è quella del Vangelo di Gesù, il linguaggio dell’amore.

Quale, allora, l’indicazione che ci viene da queste riflessioni? Quale sarà il desiderio della Madre per il nostro futuro, per il futuro delle nostre famiglie?

Il titolo della nostra Associazione ci dà l’essenziale della risposta: “Le famiglie di Maria”sono un “Movimento per la santificazione della famiglia”.

L’impegno primario di ciascuno di noi è senz’altro quello di impegnarsi con tutte le forze, perché nelle nostre famiglie si coltivi la fede.

In che modo?

Innanzi tutto annunciare il Vangelo, nelle occasioni di ogni giorno, con il tatto e la delicatezza che Maria ci insegna; proporre la preghiera quando è possibile,  testimoniare personalmente con una vita cristiana autentica, nella quale il nostro parlare sia coerente con il nostro vivere.

La Madonna ci ha chiamato a lavorare anche al di fuori della nostra famiglia, ci ha fatto incontrare tra di noi, ha guidato molti di noi a fare dei cenacoli, a cercare altri fratelli per pregare insieme a loro. Ci  chiama insomma ad essere suoi apostoli dentro e fuori della nostra famiglia.

Le testimonianze di vita che ci arrivano ci dicono spesso che, persone che pregano tanto, vedono  gli effetti di bene prima fuori della propria famiglia e poi, a piccoli passi anche dentro la famiglia stessa.

La Madonna ci chiama ad un cuore aperto, ad una visuale allargata. Non siamo stati creati  per stare da soli, la famiglia che si chiude nel proprio guscio inaridisce.

Gesù ha fondato la Chiesa, ci ha chiamato ad esserne parte viva e più aumentiamo la comunione con i fratelli, più beneficio arriva anche dentro le nostre case.

Siamo un’Associazione che si fonda sulla preghiera. Ci aiutiamo con la preghiera.

Pregare non sempre significa parlare, significa soprattutto ascoltare in silenzio quello che il Signore dice al nostro cuore. Questo atteggiamento, fondamentale per noi cristiani e di cui Maria, con la sua vita,  è il modello, è quello che ci insegna anche ad ascoltarci tra di noi.

Quante persone oggi si sentono sole, schiacciate dalle proprie preoccupazioni e non hanno nessuno con cui confrontarsi!

Non sia così tra di noi. La Madonna, che il Vangelo ci mostra correre verso Elisabetta, per condividere con lei la gioia della presenza del Signore, ci dà l’esempio.

Ci indica come sostenerci reciprocamente: con il mantenere l’impegno di pregare gli uni per gli altri; con l’ascoltarci;  con il donarci una buona parola, con l’attenzione ai bisogni di chi abbiamo vicino, con il portare intorno a noi gioia e speranza.

Nel tempo, nella nostra esperienza associativa,  si sono manifestate delle buone iniziative che sono andate avanti e si sono sviluppate.

-Una è quella di formare dei gruppi che pregano nelle case: i così detti cenacoli.

Per fare un cenacolo non occorrono tante persone: Gesù ha detto”dove due o più persone si riuniscono nel mio nome, Io sono in mezzo a loro”, quindi è semplice: si può cominciare anche in due. Già una coppia, marito e moglie, quando si mettono a pregare insieme, hanno  Gesù in mezzo a loro.

Se poi da due si diventa più, meglio!

-Un’altra è il fatto che ci sono delle persone che si offrono di pregare tutti i giorni per le richieste di preghiere che  vengono rivolte specificatamente all’Associazione.

Questo chiederci con naturalezza delle preghiere, quel manifestarci reciprocamente la fiducia nella preghiera gli uni per gli altri è un altro aspetto bello delle “Famiglie di Maria”

-Inoltre tante volte abbiamo sperimentato come si tragga reciproco conforto dall’andare a pregare, il martedì, presso persone anziane o malate.

Ultimamente delle  nostre sorelle hanno capito che questo si può fare non solo il martedì, ma tutti i giorni e si stanno adoperando  per mettere in pratica questa bella ispirazione.

Per concludere, lasciamoci guidare dalla Mamma Celeste, seguitiamo ad affidare a Lei le nostre famiglie, accogliamo personalmente le ispirazioni buone che Lei man mano ci suggerisce e mettiamole in comunione tra di noi, per spronarci reciprocamente a crescere come suoi figli, come famiglia di famiglie, popolo di Dio.

Buon undicesimo anno!!!!!

OMELIA DI DON FRANCESCO VACCARINI

(Trascritto dalla registrazione audio)

Mi viene spontaneo ripetere in queste occasioni: “Niente mai viene a caso”.

E’stupenda  la cosiddetta coincidenza, tra virgolette, del convegno delle “Famiglie di Maria”, che stiamo facendo in questo decimo anniversario, con la solennità della  SS Trinità.

E’ come un “vidimatum” , una convalida e una spinta grande, che il Signore ci dà a costruire le famiglie a immagine della Famiglia Divina. A immagine della Famiglia Divina c’è una famiglia umana, in cui Dio si è incarnato: la Famiglia di Nazareth. Da allora, tutte le famiglie sante, in fondo, sono espressione, diremmo in modo un po’ più cristiano, sono sacramento della Trinità. Tutte le famiglie, consacrate dal matrimonio – sacramento, appunto,  sono segno-presenza della Trinità divina.

Che cosa vuol dire tutto questo?

Allora,  oggi la festa  della Trinità, è la festa delle famiglie e la festa della Chiesa, come popolo di Dio, famiglia di famiglie.

E’ la festa del progetto  Dio e del Suo regno che si sta realizzando e  c’è bisogno di far festa, perché oggi quel progetto è molto oscurato. Vediamo che confusione ci sta nella mentalità del mondo, nella mentalità degli stati, sul discorso della famiglia! Addirittura cambiati anche i connotati di linguaggio: la famiglia può essere qualsiasi  convivenza, anche la più strana.

Il progetto di Dio però rimane. La famiglia è il primo progetto che Dio ha fatto nella creazione sull’umanità. Questo resta saldo.

Con Gesù è diventato sacramento.

Tutti gli uomini e le donne hanno  in fondo al cuore il bisogno della famiglia, tutte le creature umane sentono di appartenere alla famiglia e quando le famiglie sono sballate, i figli soffrono per primi di una ferita mortale, fondamentale. E non perché non sanno chi è il loro papà, o per chissà quali altre vicende umane, ma perché è iscritto proprio nell’intimo, che ogni creatura umana nasca da una famiglia, che all’origine si colleghi al progetto di Dio, in fondo alla Trinità.

La famiglia non è una istituzione umana,  una legge umana: la famiglia è  legge divina e chi non ha le basi della fede, non può capire questo  più di quel tanto. Sente delle esigenze,  vede la sofferenza del bambino, la sofferenza delle persone grandi, degli ammalati…, però  più di quel tanto non può capirlo.                                                                                                                                              Non possiamo essere genitori, noi, per conto nostro, con le sole nostre forze.

Dio stesso ce lo ha manifestato e nell’ umanità di Gesù noi abbiamo la rivelazione stessa di Dio. Questo è il Suo Vangelo.

Ricordate come Giovanni Paolo II  ha gridato questo messaggio, quando parlava della famiglia? “Gridate il Vangelo della famiglia!”, esclamava, proprio come Vangelo, messaggio buono per il mondo di oggi. Più andiamo avanti e più ci accorgiamo che in fondo il mondo ha bisogno di esempi belli, che tengano e diano speranza, più che di parole.

Gesù ha voluto come sacramento, il progetto della famiglia.

Che cosa vuol dire allora sacramento?

Sacramento è un segno sacro. Ma non un segno che semplicemente rimanda a qualche cosa di più grande che non si vede, a una realtà magari bella, ma lontana, misteriosa. Quando c’è una famiglia unita nel nome del Signore, quando due sposi hanno detto sì davanti a Dio, Gesù in persona, il Padre e lo Spirito Santo hanno preso casa in quella famiglia, per manifestarsi come presenza loro, attraverso quella visibiltà familiare.  Questo è sacramento. Noi ci uniamo all’Eucarestia, a Gesù, alla Sua carne e al Suo sangue, perché così Gesù, entrando in noi,  vive in noi  e noi diventiamo il segno, la presenza  palpabile del suo amore.

Capite oggi che festa grande è? La gente che viene in chiesa, il più delle volte, se tu gli parli della Santissima  Trinità,  rimane lontana da questo discorso:  lo ritiene  troppo alto,  non realistico…

Invece noi crediamo che  se non prendiamo in considerazione il mistero  della Santissima Trinità, per quello che ci è dato da capire e da vivere, non possiamo comprendere bene noi stessi, né viviamo  la nostra vita comunitaria, familiare, né possiamo vivere bene questo segno grande di dono della vita, di armonia di relazioni, di pace, di amore, necessario per tutta la società umana, che è la famiglia.

Pensate un po’: tutto quello che Gesù ha fatto e ha detto è perché ha rinnovato l’umanità  con coloro che gli dicono  di sì.

La prima a dirgli di sì è stata una donna che era, appena giovinetta, già sposata, che non abitava ancora a casa del marito: Maria.

Dio ha voluto far famiglia con questa giovinetta e con lo sposo suo, poveretto,   che è rimasto pieno di angoscia, perché non sapeva come risolvere il problema di un Dio, che ha voluto far famiglia a casa sua. Ma questa situazione di problematicità rimane  per tutti! Dio fa un po’ problema, a volte. Giuseppe e Maria però hanno saputo risolvere questo problema, abbandonandosi con fiducia al progetto di Dio, senza lasciarsi sviare da dubbi e da progetti umani. Pensate un po’ a Giuseppe!

Tante volte parliamo di Maria. Per Lei Gesù era suo figlio  carnale. Ma riflettiamo a cosa ha fatto Giuseppe per essere veramente padre di quel  Figlio. Altro che papà  è diventato! Ha sofferto per quel figlio,  più che un papà possa soffrire per il suo figlio carnale.  Ha dato la vita per suo figlio!  Ha portato la sua paternità molto più in alto, molto più in là della paternità fisica.

Proprio Dio ci insegna che la paternità fisica è il punto di partenza naturale,  ma non è il massimo,  non è più grande della paternità spirituale.

La stessa cosa per Maria.  Perché Dio si è incarnato in Lei? Maria ha messo a disposizione  la sua carne, il suo corpo, la sua umanità:

“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38)

e Dio ha messo in lei il Suo Spirito.

Lo Spirito non è  astratto, perché quello Spirito ha fecondato realmente Maria, in un modo così pieno, che addirittura non una creaturina umana , un bambino è nato da lei, ma  un bambino umano-divino. Dio si è fatto uomo in Lei. Pensate quanto è grande lo Spirito di Dio!

Per tanta gente lo Spirito non esiste. Siamo materialisti, noi ! Invece in  Maria si vede come lo Spirito è più fecondo della capacità umana. Ella si è offerta totalmente a Dio e Dio l’ha fecondata talmente, che Dio è nato da lei.

Così Dio ha fatto famiglia con la Sua creatura umana, ha rifatto il progetto che, dopo il peccato originale, è andato perduto,  con le conseguenze, che tutt’oggi vediamo, di un’ umanità devastata, dominata dall’egoismo.

Gesù è nato qui sulla terra, da una donna libera di accoglierlo, di dirgli di sì, e ha ricreato, per chi vuole, il mondo che abbiamo distrutto e che stiamo distruggendo col peccato.

La Santissima Trinità, allora, non è qualcosa di etereo, ma il progetto di ogni famiglia umana.

Se la società non recupera l’amore come Dio ci insegna e ce ne ha dato l’esempio fino a morire in croce, in un dono d’amore e non d’egoismo, noi andremo sempre più a rovinare il mondo intero, le famiglie.

Allora oggi è la grande festa da recuperare tutti i giorni: significato pieno di vita per i singoli, le famiglie, la società.

Chi ci crede, tra tante persone che stanno facendo progetti sociali altisonanti?

Non mettiamo limiti alla Provvidenza…

Normalmente, chi sta costruendo una società sulla fede?

Mi sembra di vedere Obama che dice : “Sono responsabile io del  petrolio che sta inquinando il mare!” e allora si mette anche lui a  pasticciare nel petrolio con le sue limitate mani.

Così va il mondo di oggi, così vanno i progetti di oggi.

Senza Dio non si può costruire una società adatta veramente all’uomo!

Siamo tutti scontenti o cerchiamo dei  palliativi di felicità, che prima o poi ci lasceranno ancora più scontenti!

Vorrei fare un augurio oggi, a voi che siete qui e a tutte le famiglie.

Che recuperiate il sacramento del matrimonio. Che  tutti i giorni, quando facciamo il segno della croce, pensiamo che ogni famiglia cristiana è il “segno”,  nella società attuale, dell’amore di Dio, che non schiaccia le diversità tra padre, madre e figli, ma le valorizza, in modo tale  che ciascuno, con la sua caratteristica, diventa per l’altro quell’amore che non si separerà neanche con la morte, né tanto meno con le debolezze della vita terrena.

TESTIMONIANZE

TESTIMONIANZA DI FRANCO

(Trascritta dalla registrazione audio)

Io sono FRANCO  da COSENZA.

C’è un bel gruppo a Cosenza, certamente l’ha prodotto la Madonna, però, lo devo dire, è anche merito di Don Francesco Vaccarini.

Era il 9 maggio 2008  e,  senza saperlo, mi trovai in questa chiesa. Mi trovavo a Terni per motivi familiari, avevo mia figlia all’ospedale qui  e alloggiavo nell’albergo Allegretti,  qui vicino. Entrando in questa chiesa ho sentito una voce piena di fervore, ma di un fervore  che si percepiva a fior di pelle. E questa era la voce di un sacerdote, che conduceva le lodi.  Poi questo sacerdote, terminate le lodi, preparò per celebrare la messa e  concelebrò con l’altro confratello. Fui colpito  dall ‘iper -attivismo di questo sacerdote : concelebrava, organizzava i canti, faceva l’omelia, confessava…

Mi sono detto: lo debbo conoscere, non me ne vado da Terni senza conoscerlo.

Un po’ perché sentivo anche il bisogno di confessarmi , eravamo a ridosso della settimana santa; un po’ perché ero incuriosito.

Gli chiesi gentilmente di confessarmi. Ci siamo messi in un cantone.

Durante la confessione gli scaricai addosso tutti i problemi della mia famiglia e lui mi fece conoscere la sua famiglia. Straordinaria!

Mi regalò il libro di suo padre, Don Probo, e mi parlò delle Famiglie di Maria , ma così, in modo molto sintetico. Fu una cosa che mi entrò dentro .

Lessi quel libro meraviglioso. Tornai a Cosenza con il desiderio di far nascere un gruppo, per  i bisogni, a partire da quelli della mia famiglia, per i bisogni della  famiglia in generale,  che ha perso il suo vigore, la sua identità, ha perso la sua ascendenza  sui propri figli.

Con questa speranza di fare qualcosa per le famiglie, partecipai questo mio desiderio all’ amico  con il quale faccio ginnastica, Tonino e per un anno intero, il martedì, abbiamo recitato il rosario insieme, lungo un parco fluviale, mentre facevamo  futing, gridando, perché ci sentissero tutti quelli che facevano ginnastica,  signori, bambini,  uomini e donne.

Quando pioveva ci recavamo nel suo studio, lui è commercialista, e  il martedì non finiva senza che avessimo recitato il nostro rosario.

Poi, partecipata la nostra  abitudine ad altri fratelli,  tra questi c’è stato chi ha accolto il messaggio ed lì, Lello.  Il suo contributo fu determinante, perché, oltre che cominciò a formare il gruppo, coinvolse un bravissimo sacerdote, che ha accolto questo piccolo gruppo , ci ha dato una cappellina e, inserendo le Famiglie di Maria nella sua pastorale, esortava  dall’altare le famiglie a partecipare. Fu coinvolto un altro fratello, che si impegnò in modo determinante: Vincenzo, che è qui.  Si prese l’incarico di partecipare a Don Francesco e a Graziella quel poco che incominciammo a fare e che continuiamo a fare e Lui si impegna tanto che io sparii addirittura dai collegamenti con Don Francesco e con Graziella.  Eppure io li avevo conosciuti per primo.

Questo gruppo penso che sia  veramente un dono per tutti noi. Noi ci crediamo veramente. Ne abbiamo bisogno! Teniamoci in contatto.

Il 2009 è stato un anno straordinario: abbiamo passato un anno senza che questo rosario  sia stato mai interrotto, anche nel mese di agosto.

Fratelli e sorelle, io sono convinto che, in questa società globalizzata , le redini ce l’abbia   l’uomo moderno, che per me è un uomo pazzo. E’ una società senz’anima! La Madonna ci ha messo nelle mani uno strumento efficace, per portare la famiglia agli antichi splendori, per essere uno strumento nelle mani di Maria, di Gesù, per portare la pace nel mondo.

TESTIMONIANZA DI ROSARIA

(Trascritta dalla registrazione audio)

Sono ROSARIA DI TERNI.

Quattro anni fa ho dato la mia testimonianza, perché mi sono operata per un tumore al seno. Ero già iscritta alle “Famiglie di Maria”.

Fatta l’operazione, andata bene,  per ringraziamento decisi di fare un gruppo   che si riunisse a pregare ogni  martedì in casa mia.

Con delle persone amiche, iniziammo e pian piano scoprivamo sempre più la bellezza e la ricchezza del pregare insieme.

Debbo dire che ho una mamma che prega tanto e sempre lei, con costanza, ci stimola e ci entusiasma.

Mi  sono  accorta di  come la mia famiglia sia entrata pian piano in altre famiglie e come questo nostro  cenacolo sia diventato punto di riferimento del condominio.

Capita che venga chi ama pregare; a volte viene qualcuno che si sente solo e ha bisogno di compagnia; qualcuno viene per curiosità e poi ne resta attratto.

Riunendosi per pregare insieme ,  non solo si dà agli altri, ma si riceve anche. Nasce una fratellanza particolare. Ad esempio  è capitato che io mi sia assentata da casa per fare dei controlli e che gli altri abbiano assistito mia madre quando io  non c’ero.

E  credo così tanto  nella bellezza di questo cammino che stiamo facendo con Maria,  che nel paese di Alviano, dove trascorro l’estate con la mia famiglia, ho coinvolto altri amici ed ho stimolato l’apertura di altri tre cenacoli.

Ho telefonato questa mattina a tutte e tre le famiglie interessate ed ho avuto notizie rassicuranti: tutti e tre questi gruppi stanno andando avanti.

Nel tempo  vedo dei segni incoraggianti. Mio marito era contrario a che invitassi delle persone a pregare: mi diceva che certe cose le facevamo solo noi. Ora me lo permette e questo è già un bel passo avanti. Un’altra grazia di cui sto godendo in questi giorni è che mio figlio e mia nuora si stanno preparando per andare a Medjugorje. Sono sicura che la Madonna toccherà il cuore anche a loro.

Ringraziamo la Madonna per tutte le grazie che ottiene per noi.

ANTONIA di MAGLIANO SABINA

Io vengo da Magliano Sabina . Abbiamo formato un gruppo sei  anni fa .

Iniziammo con tre o quattro persone e adesso, grazie alla Madonna il gruppo è cresciuto e siamo circa venti. Ci riuniamo insieme ogni martedì in casa mia   facciamo questa preghiera, questo Santo Rosario.

TESTIMONIANZA DI ALBA DI ROMA, iscritta nel 2003

Vi ringrazio dell’invito per il decimo Convegno delle “Famiglie di Maria”, ma pur non potendo partecipare di persona, voglio aprirvi il mio cuore e farvi sentire la gioia di cui è pieno, nel vedere il cammino che avete fatto in questi anni.

E’ evidente che tutto ciò che inizia Maria, “la Vergine Forte” del Vangelo, ha sempre uno sbocco che porta lontano e sale sempre più in alto!

Nel “mio piccolo” non farò mai mancare la mia preghiera e considero una grande grazia di Dio lo starvi vicino almeno spiritualmente!

Questo è il momento in cui dobbiamo avere più coraggio che mai a sfoderare tutta la nostra fede per resistere alle “forze avverse”, che cercano di sferrare la battaglia finale; non siamo attaccati solo noi cristiani, ma è soprattutto la Chiesa il bersaglio preferito, soprattutto nella figura del Papa.

I Vangeli di questi giorni, dopo Pasqua, ci mostrano come Gesù, prossimo a tornare al Padre, dà, con immenso amore, le ultime direttive agli Apostoli in ascolto; gli Apostoli di oggi sono i nostri Sacerdoti che, insieme a noi, formano il nuovo Popolo Eletto e questa è una bellissima responsabilità!

Vi abbraccio tutti insieme e “uno per uno”

Alba

Dalla TESTIMONIANZA DI GERMANA  di Prunetto , provincia di Cuneo

Vorrei tanto essere con voi, per festeggiare i dieci anni del Movimento delle “Famiglie di Maria”, ma non mi è possibile.

Comunque sono con tutti voi nella preghiera e nell’unione con Gesù e Maria.

Io ho iscritto la mia famiglia al Movimento nel Febbraio 2009, pochi giorni prima di festeggiare, con mio marito e i miei tre figli,  25 anni di matrimonio.

Posso dirvi che la mia famiglia è una famiglia come tante, con a volte incomprensioni, brontolii e urla, da parte mia, perché con 3 figli maschi, di cui due gemelli di 26 anni, da fare ce n’è sempre ed anche da dire.

I miei figli, dopo la cresima si sono allontanati dalla pratica della religione, come fanno la maggior parte dei giovani nei nostri paesi.

Io ero molto addolorata per questo, perché fin da piccoli pregavano con me e mio marito quando era libero dal lavoro, e andavamo a messa insieme.  Credevo  così di averli preparati bene per la vita.

Invece tutto è svanito come neve al sole.

Ma sono convinta che nel loro cuore il bene seminato non è morto e un giorno crescerà e fiorirà con l’aiuto della loro Mamma del Cielo, Maria Santissima.

Ho cominciato ad essere più fiduciosa quando sono andata a Medjugorje la prima volta nel 2006.

Lì ho capito che la Madonna vuole prima di tutto la nostra conversione e le nostre preghiere e sa Lei quando  e come toccare il cuore dei nostri figli, marito, parenti.

Se affidiamo a lei le nostre famiglie , siamo sicuri che andremo in porto salvi.

Devo ringraziare pubblicamente Maria Santissima, perché un mio figlio andrà a Medjugorje a fine Maggio (…per vedere com’è, dice lui…), ma io so che la Madonna lo sta chiamando.

Io preparerò il suo viaggio  e il viaggio dei compagni di mio figlio, tutti motociclisti, con la preghiera, affinchè Maria colmi tutti con le sue grazie.

Lodi a Gesù e Maria.

Sempre uniti nella preghiera con tutte le famiglie, con affetto e abbraccio Germana

TESTIMONIANZA DI BARBARA

Purtroppo quest’anno non potremo essere presenti fisicamente al convegno come gli altri anni ma assicuriamo vicinanza spirituale e preghiere affinché tutto vada secondo la volontà di Dio e porti tanti frutti. Io da parte mia posso solo confermare che la preghiera per la famiglia ed in famiglia, è in un periodo difficile come questo come una goccia d’acqua sulle labbra quando sei nel deserto!!!
Mi rendo sempre più conto che se non avessi incontrato il Signore e la Mamma celeste non sarei riuscita ad affrontare le prove della vita con il giusto spirito, mi vengono in mente quelle mamme che nelle scorse settimane, per risolvere la loro sofferenza e quella dei figli si sono tolte la vita insieme a loro!!!è tremendo!!il nostro aiuto viene dal Signore. bisogna far capire alle famiglie che senza Dio non si va da nessuna parte,solo facendoci guidare dal Suo Amore possiamo essere veramente felici e sereni, perchè in Lui è la pienezza della vita.

fraterni saluti Barbara Pietro e Agnese

TESTIMONIANZA DI TIZIANA

Tiziana Eletta Rossi, di Jesi (  ) , fa  parte delle “Famiglie di Maria fin dall’anno 2003. Ci ha mandato una lunga testimonianza scritta. Ci racconta la sua vita, travagliata da un incidente stradale che ebbe 15 anni fa e che, oltre ad averle procurato un periodo di coma e tante sofferenze, la tiene ancora nelle difficoltà. Lei sta affrontando tutto con tanto coraggio e buona volontà. Ci hanno  colpito la grande fede,  il grande amore, la grande comunione che vive con il Signore in ogni momento della sua vita, votata al servizio del Regno di Dio, per la conversione e l’edificazione di tutti.

Ha scritto un libro autobiografico, intitolato“Il coraggio di sperare”.

Da questo libro traiamo due poesie preghiera, che possono contribuire ad  elevare il nostro animo.

IL ROSARIO

Il Rosario è una piccola cosa

al vedersi, ma grande a dirsi.

E’ la storia dell’Uomo-Dio

che nasce, muore e risorge.

Per chi? Per me. O meglio,

per vivere e fare di questo

mio povero essere, la Sua eterna dimora.

Esso è il nuovo linguaggio dell’Amore

dove ci si comprende, ci si dona,

ci si ama, ci si offre…

E’ non stancarsi mai di salutare

e pregare, ripetendo le stesse parole d’amore.

Il Rosario è un dialogo d’amore,

che intendono in pochi…

…è un soave e dolce colloquio,

tra la creatura e la Madre del Creatore,

tra il nulla di me e il tutto di Lei.

E’ il battito di due cuori che si fondono in uno…

E’ la corona d’oro che congiunge

la terra al Cielo.

Il Rosario è un mazzo di rose,

da presentare alla Mamma ogni giorno,

in segno di affetto e gratitudine.

E’ un camminare con Lei sul tortuoso sentiero,

per giungere cantando alla porta del Cielo.

MARIA

O nome così dolce e soave,

che anche un bimbo sa mormorare,

facile da imparare,

e impossibile da dimenticare.

Maria! Ti camminerà accanto,

senza che tu te ne accorga,

così nello stesso modo che fu

accanto al suo Figlio Gesù.

Maria! Se sei triste, guardala.

Quel suo sorriso, irradierà il tuo viso.

Se invece sei sereno,

non gustare soltanto tu,

ciò che provi, ma senza pensarci, dona,

affinchè quel tuo dono,

ella possa presentarlo,

purificato dal suo amore di Mamma,

al suo Divino Figliolo.

Maria, ovunque tu vada,

non si stancherà mai

di accompagnarti e sorriderti.

Sarà il tuo conforto in terra,

perché il suo cuore diventerà per te

il sicuro rifugio.

La sua mano un prezioso sostegno,

nell’ora della tua dipartita.

Per te Ella sarà l’eterno gaudio in cielo,

se durante tutta la vita,

ripeterai come prima ed ultima parola:

Maria!