SANTO ROSARIO MEDITATO DA DON FRANCESCO PAOLO VACCARINI
(Trascrizione dal sonoro)
In questo rosario riviviamo la stessa parola del Papa ( riferimento alle letture di domenica 14/09/2013) con cui ha consacrato il mondo, il 13/11/2013. Ascoltiamo il Santo Padre, che ci dà la linea di consacrazione delle famiglie alla Madonna. Faremo questo cammino attraverso i misteri, per arrivare a fare un atto di consacrazione delle famiglie più cosciente, più vero, non singolo, ma noi nelle famiglie. E abbracciamo tutte le famiglie del mondo: le famiglie più disastrate, quelle che non sanno che cosa vuol dire essere famiglie cristiane, quelle che hanno distrutto la famiglia cristiana, quelle che stanno cercando la famiglia secondo il cuore di Dio e stanno male, perché non la trovano, guidati magari non dai pensieri di Dio, ma del mondo, in questo mondo guidato da pensieri di ansia, di egoismo, di rabbia… Meditiamo questo cammino di consacrazione.
PRIMO MISTERO. CONTEMPLIAMO LA META DELLE FAMIGLIE CRISTIANE: MARIA ASSUNTA IN CIELO E LA GLORIA DEGLI ANGELI E DEI SANTI CHE CI ASPETTA. Ascoltiamo il Santo Padre:
“ Proprio guardando a Maria, alla luce delle Letture che abbiamo ascoltato, vorrei riflettere con voi su tre realtà: prima, Dio ci sorprende ; seconda , Dio ci chiede fedeltà; terza, Dio è la nostra forza .
La prima: Dio ci sorprende . La vicenda di Naaman, capo dell’esercito del re di Aram, è singolare: per guarire dalla lebbra si rivolge al profeta di Dio, Eliseo, che non compie riti magici, né g li chiede cose straordinarie, ma solo fidarsi di Dio e di immergersi nell’acqua del fiume; non però dei grandi fiumi di D a m a s c o , m a d el pic c olo fiu m e Gio r d a n o . E’ u n a ric hie s t a c h e la s cia Naaman perplesso, anche sorpreso: che Dio può essere quello che chie de q u alc o s a di c o sì s e m plic e ? V u ole t o r n a r e in die t r o , m a p oi f a il p a s s o , si im m e r g e n el Gio r d a n o e s u bit o g u a ris c e ( c f r 2 R e 5,1 – 1 4 ) . E c c o , Dio ci s o r p r e n d e ; è p r o p rio n ella p o v e r t à , n ella d e b ole z z a , n ell’u milt à c h e si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce, ci dà forza. C hiede
solo che seguiamo la sua P arola e ci fidiamo di Lui. Questa è l’esperienza della Vergine Maria ”
SECONDO MISTERO CONTEMPLIAMO IL SI’ DI MARIA, ALL’ORIGINE DELLE FAMIGLIE CRISTIANE: L’INCARNAZIONE DEL VERBO: DIO CHE FA FAMIGLIA CON L’UMANITA’. Ascoltiamo il Santo Padre:
“ Maria, davanti all’annuncio dell’Angelo, non nasconde la sua meraviglia. E’ lo stupore di vedere che Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei pa lazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie, ma che è aperta a Dio, sa fidarsi di Lui, anche se non comprende tutto: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua P arola” ( Lc 1,38). E’ la sua risposta. Dio ci s orprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!
Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi c hiu d o n elle mie sic u r e z z e , sic u r e z z e m a t e riali, sic u r e z z e in t elle t t u ali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispo ndo? ”
Facciamo nostre queste riflessioni. Guardiamo all’esempio di Maria: Lei si fida di Dio anche se non comprende tutto. “ Ecco la serva del Signore!” Fidati, non avere paura, esci da te stesso. La mia famiglia, anche con il peso di quelli che stanno recalcitrando, che non ci stanno dentro questa consacrazione… Chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci. Mi lascio sorprendere da Dio o mi chiudo nei miei progetti, nelle mie sicurezze? Lo lascio entrare nella mia vita ? Come gli rispondo? Noi personalmente facciamo fatica in questo discorso e, se guardiamo la famiglia intera, le sofferenze sono maggiori, ma noi facciamo comunque la consacrazione per tutta la famiglia.
TERZO MISTERO. CONTEMPLIAMO IL SI’ DI MARIA SOTTO LA CROCE DI GESU’:”DONNA ECCO TUO FIGLIO” “FIGLIO, ECCO TUA MADRE” Dal discorso del Santo Padre:
“ M a ria h a d e t t o il s u o “ sì” a Dio , u n “ sì” c h e h a s c o n v olt o la s u a u mile esistenza di Nazaret, ma non è stato l’unico, anzi è stato solo il primo di tanti “sì” pronunci ati nel suo cuore nei suoi momenti gioiosi, come pure in quelli di dolore, tanti “sì” culminati in quello sotto la Croce. Oggi, qui ci sono tante
mamme; pensate fino a che punto è arrivata la fedeltà di Maria a Dio: vedere il suo unico Figlio sulla Croce. La donna fedele, in piedi, distrutta dentro, ma fedele e forte.
E io mi d o m a n d o : s o n o u n c ris tia n o “ a sin g hio z z o ” , o s o n o u n c ris tia n o sempre? La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio ci chiede di essergli fedeli, ogni g iorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui è sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perché ci doni la sua forza. E questo è il cammino definitivo: sempre col Signore, a n c h e n elle n o s t r e d e b ole z z e , a n c h e n ei n o s t ri p e c c a ti. M ai a n d a r e s ulla strada del provvisorio. Questo ci uccide. La fede è fedeltà definitiva, come quell a di Maria ”
Il Sì di Maria è passato per una fedeltà continua attraverso tanti sì. Allora la consacrazione deve diventare un sì fattivo, come ha fatto Maria: perseverante. Quante famiglie partono bene e poi… . Nel Vangelo di domenica scorsa, l’apostolo Paolo si rivolge a Timoteo: “Ricordati di Gesù Cristo. Se con Lui perseveriamo, con lui anche regneremo”(2Tm). Ecco il secondo punto: ricordarsi di Gesù Cristo: la memoria, l’Eucarestia e questo è perseverare nella fede. Dio ci sorprende nel suo amore, ma chiede fedeltà. Pensiamo a quando si fa un pellegrinaggio a Medjugorje e a quando torniamo a casa…Noi possiamo diventare non fedeli, ma il Signore non può non essere fedele. Pensiamo a quante volte ci siamo entusiasmati per qualche cosa, ma poi, alle prime difficoltà, abbiamo gettato la spugna. E questo purtroppo avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio: la difficoltà di essere costanti, fedeli agli impegni assunti… Maria ha detto il suo sì, che ha sconvolto la sua esistenza di Nazareth, ma non è stato l’unico, anzi è stato solo il primo di tanti, tanti sì, pronunciati nel suo cuore nei momenti di gioia, ma anche di dolore, tanti sì culminati con quello sotto la croce. Oggi qui, “Famiglie di Maria”, ci sono tante mamme. Pensate a che punto è arrivata la fedeltà di Maria a Dio! Vedere il suo unico figlio sulla croce! La donna fedele, in piedi, distrutta dentro, ma fedele e forte! E io mi domando con il Santo Padre: sono un cristiano a singhiozzo o sono un cristiano sempre?
La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio ci chiede la fedeltà sempre, ogni giorno, nelle azioni più piccole quotidiane. Lui è fedele sempre e con la sua misericordia non si stanca di rialzarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino sempre, nelle nostre debolezze, nei nostri peccati. Mai andare sulla strada del provvisorio, che ci uccide! La fede è fedeltà definitiva, come quella di Maria. Pensiamo a come il mondo stia contro-‐catechizzando le famiglie, con i giochini che si danno ai bambini, che li prendono e subito li lasciano e passano ad altri, così come la stessa fedeltà nella famiglia.
QUARTO MISTERO DELLA CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE CON PAPA FRANCESCO. CONTEMPLIAMO LA CARITA’ DI MARIA: UN AMORE PIU’ GRANDE DI QUELLO CHE PASSA PER GLI UOMINI DELLA TERRA.
Dal discorso del Santo Padre:
Guardiamo Maria: dopo l’Annunciazione, il primo gesto che compie è di carità verso l’anziana parente Elisabetta; e le prime parole che pronuncia sono: “L’anima mia magnifica il Signore”, c ioè un canto di lode e di ringraziamento a Dio non solo per quello che ha operato in lei, ma per la sua azione in tutta la storia della salvezza. Tutto è suo dono. Se noi possiamo capire che tutto è dono di Dio, quanta felicità nel nostro cuore! Tutto è su o dono. Lui è la nostra forza! Dire grazie è così facile, eppure così difficile! Quante volte ci dicia m o g r a zie in f a miglia ? E’ u n a d elle p a r ole c hia v e d ella c o n viv e n z a . “Permesso”, “scusa”, “grazie”: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la fami glia va avanti. “Permesso”, “scusami”, “grazie”. Quante volte diciamo “grazie” in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. E’ facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: “Mah, non mi viene”.
Celebrando l’Eucaristia, invochiamo l’intercessione di Maria, perché ci aiuti a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo, perché è Lui la nostra forza. Sì, Dio è la nostra forza! Penso ai 10 lebbrosi del Vangelo di domenica scorsa. Gli vanno incontro, si fermano a distanza, gridano, cercano qualcuno che li guarisca. Gesù risponde liberandoli tutti dalla loro malattia…uno solo torna indietro per lodare Dio a gran voce e ringraziarlo. Gesù stesso lo nota: 10 hanno gridato per ottenere la guarigione e solo uno torna indietro, grida a voce alta il suo grazie a Dio e riconosce che Lui è la nostra forza . Pensate subito all’Eucarestia della domenica,
che deve essere il momento di ringraziamento, per ringraziare, per lodare il Signore, per quanto fa per noi. Quante famiglie non ce l’hanno più nel cuore ?! Dopo l’annunciazione, Maria corre da Elisabetta, loda e ringrazia con tutte le forze. Le prime parole sono: “L’anima mia magnifica il Signore…” non solo per quanto ha operato in lei, ma per tutto quello che ha fatto in tutta la storia, dalla creazione in poi. Tutto è dono di Dio . Se noi possiamo capire che tutto è dono di Dio, quanta felicità nel cuore! Tutto è suo dono, Lui è la nostra forza! Dire grazie è facile, ma per noi è così difficile! Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? E’ una delle parole chiave suggeriteci dal Papa. Facciamo uso delle parole chiave della convivenza: “permesso, scusami, grazie”? Se nella famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti. Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta? A chi ci è semplicemente vicino? a chi ci accompagna nella vita? Diamo tutto per scontato e questo avviene anche con Dio: chiedere, sì’, ma andare a ringraziarlo… Dobbiamo arrivare a fare un atto di consacrazione più vero. Bisogna fare uno sforzo in più, preghiamo il Signore, perché non ci lasciamo prendere da quello che sentiamo, ma, con convinzione, facciamo azioni di grazie, partendo dall’Eucarestia Preghiamo, perchè le famiglie si lascino educare dall’Eucarestia, particolarmente nella domenica, e questa educazione la esercitino tutti i giorni.
QUINTO MISTERO CONTEMPLIAMO MARIA MADRE DELL’EUCARESTIA, FONTE E CULMINE DELLA NOSTRA FEDE Preghiamo Maria, perché ci aiuti a lasciarci sorprendere da Dio, a lodarlo e ringraziarlo, perché è Lui la nostra forza. Preghiamo per le famiglie, perché oggi non ci si sorprende più, perchè il consumismo ha bruciato il senso della festa. Il consumismo ha bruciato la domenica. Dio ci chiede la fedeltà. Che cosa vuol dire “fedeltà” nel matrimonio? Vuol dire riconoscere il mistero di Dio presente nel sacramento del matrimonio e nella persona con cui condivido la vita: tutto ciò ci supera infinitamente e ci spinge a camminare con la meraviglia della fede, pur non comprendendo tutto e bene. Con questo spirito, consacriamo le famiglie a Maria, facendo nostro l’ATTO DI AFFIDAMENTO DI PAPA FRANCESCO
Beata Maria Vergine di Fatima, con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata.
Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla.
Accogli con benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.
Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.
Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.
Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità.
Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù.
Amen.
OMELIA DI DON FRANCESCO PAOLO VACCARINI
(Trascrizione dal sonoro)
Sia lodato Gesù Cristo! In questo momento non faccio io commenti con la Parola di Dio, ma Lasciamo parlare il magistero del Santo Padre, in quest’anno della fede, con l’enciclica “Lumen fidei”: vediamo che cosa dice riguardo alla fede e alle famiglie. Un piccolo richiamo alla Parola di Dio che abbiamo ascoltato, (Rm 4,13.16-‐18), perchè è Dio che ci ha parlato: dalla Parola di Dio dobbiamo partire e vivere. E’ molto chiaro l’esempio di Abramo, chiamato padre di tutti noi, quindi di tutte famiglie, perchè ha vissuto la fede, non perché è stato circonciso o perché era ebreo. E’ uno che ha vissuto la fede così bene…e la vediamo realizzata nella sua discendenza, particolarmente in Maria, non a chiacchiere, ma a fatti. Tu Mamma hai dato la vita a Dio! E’ il massimo del sì, ma il sì di Maria, parte dal sì di Abramo. Il Vangelo di oggi (Lc 12, 8-‐12) è riassuntivo di tutta la nostra fede. In pratica ci ricorda che alla fine dovremo dire davanti a Dio: “Io ti ho riconosciuto, ho avuto fede in te” e il Signore non ci dirà: “ Dimmelo a parole”, ma ci chiederà: “E la tua vita? E la tua fede? la fede della tua famiglia? Il tuo cammino di fede?” E’ il giudizio finale personale e universale e ogni famiglia si riconoscerà: sono stata famiglia secondo il cuore di Dio? Non sono stata famiglia? Questa è la verità! Adesso devi fare crescere , devi sviluppare, devi fare in modo che il tuo piccolo mondo diventi secondo quel mondo universale del Paradiso, che noi tutti attendiamo. Ci ritroviamo nelle linee che la Chiesa ci ha precisato nel Catechismo? La confusione è talmente grande, che abbiamo il dovere di conoscerlo bene. Non si hanno le idee chiare! Quando siamo chiamati a dare testimonianza, dobbiamo avere le idee chiare. E ai piccoli che cosa insegniamo? Bisogna educarli bene alla fede. Due papi preparano la strada a Papa Francesco, che ci ha donato quest’anno l’enciclica “Lumen fidei”, che adesso leggerò: uno è Papa Paolo VI, che ha portato
avanti il Concilio Vaticano II, dopo che Giovanni XXIII lo aveva iniziato. Un suo documento fondamentale, per capire la nostra missione di cristiani e di famiglie è l’”Evangheli nuntiandi”, in cui si afferma che tutti i cristiani hanno il dovere di annunciare il Vangelo, tanto più il papà e la mamma, le famiglie, anche con i piccoli. E ci mette in guardia, quando dice:
“ Tra tali ostacoli, che sono anche dei nostri tempi, Noi ci limiteremo a segnalare la mancanza di fervore, tanto più grave perché nasce dal di dentro; essa si manifesta nella negligenza e soprattutto nella mancanza di gioia e di speranza. Noi, pertanto, esortiamo tutti quelli che hanno, a qualche titolo e a qualche livello, il compito dell’evangelizzazione ad alimentare il fervore dello spirito (130)” L’altro Papa è Benedetto XVI, che ha preparato personalmente la “Lumen fidei”, poi completata e firmata da Papa Francesco: “Famiglia vivi e trasmetti la fede” Questa parte si trova alla conclusione di tutto l’argomento di riflessione sulla fede. Nel capitolo IV dice : “Dio prepara per loro una città”. Il mondo di oggi non è la città definitiva, ma serve a costruire i cuori per quella città, a lavorare insieme in armonia, in complementarità per quel progetto. Nessuno di noi è un battitore libero in questa costruzione; la fede è il bene comune. Subito dopo il Documento approfondisce il rapporto tra la fede e la famiglia e dice che la fede è una luce per la vita dell’intera società. Capite qual è il ruolo fondante di ogni famiglia? Leggiamo i n. 52 e 53 della “Lumen fidei” Rapporto tra la fede e la famiglia
52. Nel cammino di Abramo verso la città futura, la Lettera agli Ebrei accenna alla benedizione che si trasmette dai genitori ai figli (cfr Eb 11, 20-21). Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cfr Gen 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore. Fondati su quest’amore, uomo e donna possono promettersi l’amore mutuo con un gesto che coinvolge tutta la vita e che ricorda tanti tratti della fede. Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla
persona amata. La fede, poi, aiuta a cogliere in tutta la sua profondità e ricchezza la generazione dei figli, perché fa riconoscere in essa l’amore creatore che ci dona e ci affida il mistero di una nuova persona. È così che Sara, per la sua fede, è diventata madre, contando sulla fedeltà di Dio alla sua promessa (cfr Eb 11,11).
53. In famiglia, la fede accompagna tutte le età della vita, a cominciare dall’infanzia: i bambini imparano a fidarsi dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli. Soprattutto i giovani, che attraversano un’età della vita così complessa, ricca e importante per la fede, devono sentire la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della comunità ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede. Tutti abbiamo visto come, nelle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l’impegno di vivere una fede sempre più salda e generosa. I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità.
Questo è il cammino della famiglia! Parlando della società, sentiamo la prima battuta del numero 54 dell’enciclica. “Assimilata e vissuta in famiglia, la fede diventa una luce per illuminare tutti i rapporti sociali.” Sia lodato Gesù Cristo
RELAZIONE DI GRAZIELLA RASILE
Inizio la mia relazione ponendomi e ponendo a voi una prima domanda: “Perché ci incontriamo una volta l’anno in un convegno?” Se siamo qui, è perché abbiamo sentito che è una necessità che ci pone il camminare insieme: è bene fermarsi ogni tanto per riflettere su quello che stiamo facendo, mettere a confronto da una parte l’esperienza che abbiamo fino ad ora vissuto, dall’altra la meta che ci eravamo posti, confrontarci tra di noi, verificare la vitalità della nostra partecipazione. Allora, quale era l’ideale verso il quale ci incamminammo ben 13 anni fa? E’ presto detto: l’ideale era ed è tuttora la famiglia che, con la guida e l’aiuto di Maria, diventa sempre più cristiana: Cristo al centro della nostra vita, per una famiglia santa. Più volte ci è stato detto che questo termine”santificazione” spaventa e sembra quasi irraggiungibile, perché noi erroneamente vediamo nella santità solo le virtù eccezionali di tanti santi, già innalzati agli onori dell’ altare, come San Pio, San Francesco e tanti altri. Chissà, invece, quante coppie di coniugi, che hanno vissuto una vita familiare normale, nella semplicità, alla luce di Dio, quotidianamente, educando i loro figli e sacrificandosi per amore, senza risparmio di energie, sono oggi in Paradiso e noi non lo sappiamo! Essere santi è fare la volontà di Dio, nella normalità delle esperienze di tutti i giorni, piccole e grandi che siano, cadendo a volte, ma sempre pronti a rialzarci, chiedendo al Signore perdono , luce e forza per andare avanti. Se la famiglia è unita in questo, di conseguenza vive nella serenità, si sente unita, perché alimentata dall’amore gratuito che viene da Dio e che ciascuno riversa sull’altro. Essendo la famiglia cellula base della società, proprio nella famiglia è riposta la speranza di rinnovamento dei popoli : tutti quelli che stanno al potere, come i politici e i governanti, ricevono la loro formazione, la loro mentalità dalla famiglia in cui sono nati e cresciuti. La Chiesa stessa rinnova i suoi apostoli, attingendo dalla famiglia, perché le vocazioni sacerdotali, religiose e matrimoniali nascono e vengono coltivate nella famiglia. Per questo ogni risanamento non può che ripartire dalla famiglia. Se ci guardiamo intorno, non possiamo non vedere la crisi che incombe su tutto: sulle persone e sul creato. I temporali che stanno cadendo sulla famiglia, cercano addirittura di cambiarne i connotati.
E’ chiaro che questo non era nel progetto di Dio, ma è conseguenza del peccato dell’uomo, che ha escluso Dio dalla sua vita e messo se stesso al centro di tutto. Tante volte abbiamo sentito dai nostri ultimi papi, che l’umanità si trova ad un bivio e che corre il rischio di autodistruzione. Chiediamoci allora: che cosa possiamo fare noi, così piccoli, di fronte a tanto decadimento? Come correggere questa rotta? La Madonna ci indica la strada e non si stanca mai di ripeterci: -‐ Figli miei, pregate! La preghiera fa miracoli! Con il Santo Rosario si fermano anche le guerre! Il mondo è in pericolo e la preghiera è l’unico mezzo che il Signore ha messo a vostra disposizione. Non dimenticate che Gesù è con voi, è risorto, è vivo e Lui è in grado di fare nuove tutte le cose, può cambiare tutto e anche in poco tempo. Anch’ io sono con voi ed intercedo presso mio Figlio! Questo è quello che la Madre ci ripete e i fatti della storia ci confermano quanto abbia ragione. Ad esempio, pensiamo alla nostra tristezza, quando il Papa Benedetto XVI si è dimesso: potevamo pensare che avremmo avuto un papa del calibro di Francesco, che attira tante folle ed è gradito e apprezzato da tutti, credenti e non credenti? Pensiamo anche a quando ultimamente il Santo Padre Francesco ha chiesto una giornata di preghiera e di digiuno, rivolgendosi a tutti gli uomini di buona volontà. Se ricordate, stava per scoppiare la guerra, che sarebbe stata mondiale. L’America aveva deciso di bombardare la Siria. Tutto il mondo ha risposto con la preghiera e con il digiuno alla richiesta del Papa e la svolta è stata immediata e grande: dalla decisione già presa di iniziare il bombardamento, si è passati alla diplomazia, al dialogo e speriamo che si vada avanti in questo senso. Seguitiamo a pregare. Noi ringraziamo Dio, che ci ha affidato a Maria, per percorrere la strada della preghiera.
Fin dall’inizio abbiamo capito che anche una sola “Ave Maria” in più era come un gioiello dal valore eterno, che noi mettevamo nel cuore di Dio per il bene delle nostre famiglie ed ora ancora di più, oggi, siamo convinti che proprio la Madonna ci abbia ispirato la formazione di tanti gruppi che si riuniscono a pregare, per promuovere e moltiplicare la preghiera, facendoci nel contempo gustare la bellezza di essere insieme tra di noi e con Lei nel cuore di Dio.
L’anno della fede, proclamato dalla Chiesa, sta per finire, ma il cammino deve continuare, alimentato dalla preghiera. Ha detto il Santo Padre nell’ ”Angelus” di due settimane fa: La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, in un rapporto di amore, non può
mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell’anima con Dio…. Ottobre è anche il mese del Rosario… riceviamo dalle mani di nostra Madre la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede!
Abbiamo scritto, nella circolare che vi abbiamo inviato a casa, che urge il pregare e, se siamo qui, credo che tutti siamo convinti di questo, perché Dio non si smentisce e Gesù ha detto e ripetuto: “Chiedete e vi sarà dato”,” Quando chiederete al Padre una cosa nel nome mio, consideratela già ottenuta”. Poniamoci un’altra domanda: questa nostra fede ha portato qualche cambiamento nel corso degli anni? Ricordo che all’inizio percepimmo chiaro e affascinante l’invito che la Madonna ci faceva a riportare la preghiera nella famiglia, o, meglio, a riportare la famiglia a pregare insieme, come consuetudine di vita, ma sentivamo forte gli ostacoli che venivano dall’abitudine acquisita di vivere la fede come un fatto individuale e dalla mentalità pagana del mondo , secondo la quale era illegittimo toccare la sfera privata di ciascuno dei nostri familiari. Temevamo di originare ribellioni. In questa nostra percezione di debolezza, ci dicemmo: “Se la Madonna chiede questo, si vede che è possibile. Intanto affidiamo a lei le nostre famiglie e sosteniamoci tra noi con la preghiera, anche da lontano. Il resto lo farà Lei!” Con questa fiducia, come di bambini che si affidano ciecamente alla mamma, ci mettemmo in cammino. All’inizio, quindi, ci accontentavamo di una preghiera fatta anche da soli, pur in comunione di spirito, con la speranza di coinvolgere piano piano prima il coniuge e poi, secondo le possibilità, gli altri membri della propria famiglia. Come mai allora, oggi parliamo e spingiamo perché si formino dei cenacoli di preghiera? La Madonna ci svela piano piano il “progetto” al quale ci ha chiamato ad aderire. Maria è mamma, ma anche maestra. Ci ha preso per mano chiedendoci inizialmente solo un piccolo impegno, per farci poi crescere, guidarci a tappe verso quell’ideale che ci ha additato. Credo che tutti ci rendiamo conto che, in questi 13 anni, il mondo sia diventato ancora più pagano; la famiglia è stata assalita da una crisi che ne vuole addirittura cambiare i connotati. La Chiesa Cattolica, ma anche il cristianesimo in generale, è sotto persecuzione. Questa persecuzione in molti paesi genera addirittura il martirio, con il versamento del sangue; nei
paesi così detti occidentali, quelli più evoluti dal punto di vista materiale e scientifico, come l’Italia, è più subdola, piuttosto di tipo psicologico: vuole diffondere una mentalità, secondo la quale la religione è un fatto che riguarda solo la sfera privata della vita; secondo la quale credere in Dio è da ingenui e la preghiera è un fatto da donnette bigotte. Invece la Madonna, gradualmente ci guida verso la verità, verso ciò che veramente vale e ci infonde il coraggio per perseguirlo. Tanti di noi, con il suo aiuto, hanno iniziato un cammino di fede, che, dal semplice rosario del martedì, ci ha introdotto ad una vita più intensa nella Chiesa. L’ascoltarci tra di noi, il testimoniarci reciprocamente la fede, il raccontarci le nostre esperienze, incoraggiandoci di fronte agli ostacoli e gioendo insieme nei progressi, ci ha aiutato a capire che è parte integrante della nostra chiamata anche il testimoniare al mondo la bellezza della nostra fede, senza vergogna, con gioia e spontaneità. Così sono nati i cenacoli: persone che hanno sentito il desiderio di pregare insieme nello spirito di questa associazione, hanno deciso di riunirsi, per affidare insieme le famiglie alla Mamma Celeste. E’ bello sapere che ogni martedì, a tutte le ore del giorno, nelle chiese o nelle case, c’è qualcuno che prega e qualche gruppo che si riunisce per questo, in unità di spirito! Non importa il numero dei componenti del gruppo. Gesù ha detto: dove due o più sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro. Quindi anche due sole persone formano un cenacolo ed il primo cenacolo è la coppia di sposi che prega insieme. E comunque, anche chi non ha altre possibilità che pregare da solo, in realtà non è mai solo, perché spiritualmente è unito e sostenuto da tanti fratelli. La Madonna, che da buona madre di famiglia guarda al futuro dei suoi figli e cerca di accumulare per loro i più grandi tesori , utilizzando anche le cose più piccole, sommessamente, con noi, sta mettendo in moto un popolo che si apra sempre più ad una preghiera generosa, rivolta a Dio non solo per sé e per le persone della propria famiglia, ma anche per gli altri. Avanti, dunque, con fiducia piena e coraggio! Seguitiamo a pregare ed a sostenerci reciprocamente con la preghiera, mantenendo fermo il punto del Rosario del martedì. Guardiamoci intorno e, come è possibile, formiamo dei cenacoli. Pur essendo apprezzabili tutti i gruppi di persone che si riuniscono per pregare insieme, nelle chiese o nelle case, l’esperienza maturata ci dice che la nascita di cenacoli dentro case dà delle opportunità specifiche per noi, perché riportano la preghiera all’interno
dell’abitazione domestica, possono coinvolgere gradualmente più persone della stessa famiglia, si possono estendere a vicini di casa, a conoscenti, a volte ad ammalati e anziani e offrono la possibilità di parlare, approfondire la fede, coltivare meglio un’amicizia fraterna nel Signore. Apprezziamo sempre la preghiera, quindi è utile riunirsi anche nelle chiese, ma auspichiamo che quella sia come una tappa di maturazione, perché poi da lì si faccia un passo avanti e qualcuno inizi a formare cenacoli nelle case. Ultima domanda: chi può far parte dell’associazione “Le Famiglie di Maria? E’ presto detto: tutti, perché tutti siamo figli di Maria e tutti abbiamo una famiglia, almeno quella di origine, che ci ha trasmesso la vita. Abbiamo a cuore la famiglia matrimoniale e preghiamo perché sia bella secondo il cuore di Dio, ma viviamo nel mondo, per cui ci sono tra noi famiglie ferite dalla separazione, persone in difficoltà, giovani che desiderano formarsi una famiglia. Accogliamo anche famiglie religiose e ringraziamo il Signore della loro presenza, perché siamo sicuri che forte sia il loro sostengono con la preghiera. Sentiamo anche l’aiuto di coloro che sono già saliti al cielo. Noi preghiamo per loro, ma essi incessantemente ci sostengono con la loro preghiera. Ciascuno di noi si adoperi, perché questa grande catena d’amore si allarghi sempre di più e possa abbracciare il mondo intero. Noi siamo piccoli e deboli, ma la nostra condottiera, Maria, ci sostiene e ci guida.
TESTIMONIANZE
TESTIMONIANZA DI MARIA GRAZIA E PAOLO DI GRADO
Parla Maria Grazia (Trascrizione dal sonoro) Ci siamo incontrati per caso nove anni fa, in una chiesa di Terni. (Si stava svolgendo il Convegno Annuale delle Famiglie di Maria nella Cattedrale) Di solito facciamo una vacanza settimanale per il nostro anniversario di matrimonio ed eravamo in viaggio per quello. Diciamo che poi ci siamo persi di vista. Quest’anno è successa un cosa particolare a me. Nel giorno del mio compleanno siamo andati nel santuario della Madonna del Monte Fusario, nei pressi di Tarvisio, sono caduta, ho fatto un volo di circa due metri e mi sono fermata sull’orlo di un precipizio. La Madonna mi ha fatto un miracolo e, siccome io mi chiamo Maria Grazia, perchè la mia nascita è stata una grazia della Madonna ( Infatti mia madre, dopo mio fratello, in teoria non poteva avere altri figli. Ha chiesto la grazia alla Madonna di Loreto e io sono qua, contro il parere di tanti medici), mi sono detta: se la Madonna mi ha fatto rinascere per la seconda volta, significa che ha bisogno di me. Ho cercato di capire che cosa volesse da me e lo sto scoprendo poco per volta. Infatti sono stata a Medjugorje per la prima volta questo fine di Settembre e, senza un atteggiamento di forte emozione, ho provato proprio un senso di libertà, di capire, di sentire che cosa poteva volere da me. Quando sono tornata da Medjugorje, ho trovato l’invito a venire qui e, a questo punto, questo non poteva essere che un segnale molto evidente, che dovevamo essere qua. E a questo punto credo di aver capito cosa vuole da me, da noi e quindi inizierò questa nuova strada, molto volentieri, cercando anche la presenza di un sacerdote. Io volevo iniziare nove anni fa, ma le difficoltà c’erano, non ho trovato un grosso riscontro in parrocchia . Animavamo la messa delle 11,30, dove avevamo un piccolo coretto e dove la mia famiglia, con due figlie, è cresciuta. Io adesso ho ben chiaro il progetto: cercheremo di andare avanti. Ci rincontreremo senz’altro