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Incontri Annuali

Incontro Annuale 19 Ottobre 2013

SANTO  ROSARIO  MEDITATO  DA  DON  FRANCESCO  PAOLO  VACCARINI

(Trascrizione  dal  sonoro)

In  questo  rosario  riviviamo  la  stessa  parola  del  Papa  (  riferimento  alle  letture  di   domenica  14/09/2013)    con  cui  ha  consacrato  il  mondo,  il  13/11/2013.  Ascoltiamo  il   Santo  Padre,  che  ci  dà  la  linea  di  consacrazione  delle  famiglie  alla  Madonna.     Faremo  questo  cammino  attraverso  i  misteri,  per  arrivare  a  fare  un  atto  di   consacrazione   delle  famiglie   più  cosciente,  più  vero,  non  singolo,  ma  noi  nelle   famiglie.     E  abbracciamo  tutte  le  famiglie  del  mondo:  le  famiglie  più  disastrate,  quelle  che  non   sanno  che  cosa  vuol  dire  essere  famiglie  cristiane,  quelle  che  hanno  distrutto  la   famiglia  cristiana,  quelle  che  stanno  cercando  la  famiglia  secondo  il  cuore  di  Dio  e   stanno  male,  perché  non  la  trovano,  guidati  magari  non  dai  pensieri  di  Dio,  ma  del   mondo,  in  questo  mondo  guidato  da    pensieri  di  ansia,  di  egoismo,  di  rabbia…   Meditiamo  questo  cammino  di  consacrazione.

PRIMO  MISTERO.  CONTEMPLIAMO  LA  META  DELLE  FAMIGLIE  CRISTIANE:    MARIA   ASSUNTA  IN  CIELO  E  LA  GLORIA  DEGLI  ANGELI  E  DEI  SANTI  CHE  CI  ASPETTA.   Ascoltiamo  il  Santo  Padre:
“ Proprio guardando a Maria, alla luce delle Letture che abbiamo ascoltato, vorrei riflettere con voi su tre realtà: prima, Dio ci sorprende ; seconda , Dio ci chiede fedeltà; terza, Dio è la nostra forza .
La prima: Dio ci sorprende . La vicenda di Naaman, capo dell’esercito del re di Aram, è singolare: per guarire dalla lebbra si rivolge al profeta di Dio, Eliseo, che non compie riti magici, né g li chiede cose straordinarie, ma solo fidarsi di Dio e di immergersi nell’acqua del fiume; non però dei grandi fiumi di D a m a s c o , m a d el pic c olo fiu m e Gio r d a n o . E’ u n a ric hie s t a c h e la s cia Naaman perplesso, anche sorpreso: che Dio può essere quello che chie de q u alc o s a di c o sì s e m plic e ? V u ole t o r n a r e in die t r o , m a p oi f a il p a s s o , si im m e r g e n el Gio r d a n o e s u bit o g u a ris c e ( c f r 2 R e 5,1 – 1 4 ) . E c c o , Dio ci s o r p r e n d e ; è p r o p rio n ella p o v e r t à , n ella d e b ole z z a , n ell’u milt à c h e si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce, ci dà forza. C hiede
solo che seguiamo la sua P arola e ci fidiamo di Lui. Questa è l’esperienza della Vergine Maria ”

SECONDO  MISTERO  CONTEMPLIAMO  IL  SI’  DI  MARIA,  ALL’ORIGINE  DELLE  FAMIGLIE   CRISTIANE:  L’INCARNAZIONE  DEL  VERBO:  DIO  CHE  FA  FAMIGLIA  CON  L’UMANITA’.     Ascoltiamo  il  Santo  Padre:
“ Maria, davanti all’annuncio dell’Angelo, non nasconde la sua meraviglia. E’ lo stupore di vedere che Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei pa lazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie, ma che è aperta a Dio, sa fidarsi di Lui, anche se non comprende tutto: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua P arola” ( Lc 1,38). E’ la sua risposta. Dio ci s orprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!
Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi c hiu d o n elle mie sic u r e z z e , sic u r e z z e m a t e riali, sic u r e z z e in t elle t t u ali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispo ndo? ”
Facciamo  nostre  queste  riflessioni.  Guardiamo  all’esempio  di  Maria:  Lei  si  fida  di  Dio   anche  se  non  comprende  tutto.  “  Ecco  la  serva  del  Signore!”    Fidati,  non  avere   paura,  esci  da  te  stesso.  La  mia  famiglia,  anche  con  il  peso  di  quelli  che  stanno   recalcitrando,  che  non  ci  stanno  dentro  questa  consacrazione…  Chiediamoci  tutti  se   abbiamo  paura  di  quello  che  Dio  potrebbe  chiederci.  Mi  lascio  sorprendere  da  Dio  o   mi  chiudo  nei  miei  progetti,  nelle  mie  sicurezze?  Lo  lascio  entrare  nella  mia  vita  ?   Come  gli  rispondo?  Noi  personalmente  facciamo  fatica  in  questo  discorso  e,  se   guardiamo  la  famiglia   intera,   le  sofferenze  sono  maggiori,  ma  noi  facciamo   comunque  la  consacrazione  per  tutta  la  famiglia.

TERZO MISTERO. CONTEMPLIAMO IL SI’ DI MARIA SOTTO LA CROCE DI GESU’:”DONNA ECCO TUO FIGLIO” “FIGLIO, ECCO TUA MADRE” Dal discorso del Santo Padre:
“ M a ria h a d e t t o il s u o “ sì” a Dio , u n “ sì” c h e h a s c o n v olt o la s u a u mile esistenza di Nazaret, ma non è stato l’unico, anzi è stato solo il primo di tanti “sì” pronunci ati nel suo cuore nei suoi momenti gioiosi, come pure in quelli di dolore, tanti “sì” culminati in quello sotto la Croce. Oggi, qui ci sono tante
mamme; pensate fino a che punto è arrivata la fedeltà di Maria a Dio: vedere il suo unico Figlio sulla Croce. La donna fedele, in piedi, distrutta dentro, ma fedele e forte.
E io mi d o m a n d o : s o n o u n c ris tia n o “ a sin g hio z z o ” , o s o n o u n c ris tia n o sempre? La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio ci chiede di essergli fedeli, ogni g iorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui è sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perché ci doni la sua forza. E questo è il cammino definitivo: sempre col Signore, a n c h e n elle n o s t r e d e b ole z z e , a n c h e n ei n o s t ri p e c c a ti. M ai a n d a r e s ulla strada del provvisorio. Questo ci uccide. La fede è fedeltà definitiva, come quell a di Maria ”
Il  Sì  di  Maria  è  passato  per  una  fedeltà  continua  attraverso  tanti  sì.    Allora  la   consacrazione  deve  diventare  un  sì  fattivo,  come  ha  fatto  Maria:  perseverante.   Quante  famiglie  partono  bene  e  poi…  .  Nel  Vangelo  di  domenica  scorsa,  l’apostolo   Paolo  si  rivolge  a  Timoteo:  “Ricordati  di  Gesù  Cristo.  Se  con  Lui  perseveriamo,  con  lui   anche  regneremo”(2Tm).   Ecco  il  secondo  punto:  ricordarsi  di  Gesù   Cristo:   la   memoria,  l’Eucarestia  e  questo  è    perseverare  nella  fede.  Dio  ci  sorprende  nel  suo   amore,  ma  chiede  fedeltà.  Pensiamo  a  quando  si  fa  un  pellegrinaggio  a  Medjugorje  e   a    quando  torniamo  a  casa…Noi  possiamo  diventare  non  fedeli,  ma  il  Signore  non   può  non  essere  fedele.  Pensiamo  a  quante  volte  ci  siamo  entusiasmati  per  qualche   cosa,  ma  poi,  alle  prime  difficoltà,  abbiamo  gettato  la  spugna.  E  questo  purtroppo   avviene  anche  nelle  scelte  fondamentali,  come  quella  del  matrimonio:  la  difficoltà  di   essere  costanti,  fedeli  agli  impegni  assunti…     Maria  ha  detto  il  suo  sì,  che  ha  sconvolto  la  sua  esistenza  di  Nazareth,  ma  non  è   stato  l’unico,  anzi  è  stato  solo  il  primo  di  tanti,  tanti    sì,  pronunciati  nel  suo  cuore  nei   momenti  di  gioia,  ma  anche  di  dolore,  tanti  sì  culminati  con  quello  sotto  la  croce.     Oggi  qui,  “Famiglie  di  Maria”,  ci  sono  tante  mamme.  Pensate  a  che  punto  è  arrivata   la  fedeltà  di  Maria  a  Dio!    Vedere  il  suo  unico  figlio  sulla  croce!  La  donna  fedele,    in   piedi,  distrutta  dentro,  ma  fedele  e  forte!     E  io  mi  domando  con  il  Santo  Padre:  sono  un  cristiano  a  singhiozzo  o  sono  un   cristiano  sempre?
La  cultura  del  provvisorio,  del  relativo  entra  anche  nel  vivere  la  fede.  Dio  ci  chiede  la   fedeltà  sempre,  ogni  giorno,  nelle  azioni  più  piccole  quotidiane.  Lui  è  fedele  sempre   e  con  la  sua  misericordia  non  si  stanca  di  rialzarci,  di  incoraggiarci  a  riprendere  il   cammino  sempre,  nelle  nostre  debolezze,  nei  nostri  peccati.  Mai  andare  sulla  strada   del  provvisorio,  che  ci  uccide!  La  fede  è  fedeltà  definitiva,  come  quella  di  Maria.   Pensiamo  a  come  il  mondo  stia  contro-­‐catechizzando  le  famiglie,  con  i  giochini  che  si   danno  ai  bambini,  che  li  prendono  e  subito  li  lasciano  e  passano  ad  altri,  così  come  la   stessa  fedeltà  nella  famiglia.

QUARTO  MISTERO  DELLA  CONSACRAZIONE  DELLE  FAMIGLIE  CON  PAPA  FRANCESCO.   CONTEMPLIAMO  LA  CARITA’  DI  MARIA:  UN  AMORE  PIU’  GRANDE  DI  QUELLO  CHE   PASSA  PER  GLI  UOMINI  DELLA  TERRA.
Dal discorso del Santo Padre:
Guardiamo Maria: dopo l’Annunciazione, il primo gesto che compie è di carità verso l’anziana parente Elisabetta; e le prime parole che pronuncia sono: “L’anima mia magnifica il Signore”, c ioè un canto di lode e di ringraziamento a Dio non solo per quello che ha operato in lei, ma per la sua azione in tutta la storia della salvezza. Tutto è suo dono. Se noi possiamo capire che tutto è dono di Dio, quanta felicità nel nostro cuore! Tutto è su o dono. Lui è la nostra forza! Dire grazie è così facile, eppure così difficile! Quante volte ci dicia m o g r a zie in f a miglia ? E’ u n a d elle p a r ole c hia v e d ella c o n viv e n z a . “Permesso”, “scusa”, “grazie”: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la fami glia va avanti. “Permesso”, “scusami”, “grazie”. Quante volte diciamo “grazie” in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. E’ facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: “Mah, non mi viene”.
Celebrando l’Eucaristia, invochiamo l’intercessione di Maria, perché ci aiuti a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo, perché è Lui la nostra forza. Sì,  Dio  è  la  nostra  forza!  Penso  ai  10  lebbrosi  del  Vangelo  di  domenica  scorsa.  Gli   vanno  incontro,  si  fermano  a  distanza,  gridano,  cercano  qualcuno  che  li  guarisca.   Gesù  risponde  liberandoli  tutti  dalla  loro  malattia…uno  solo  torna  indietro  per   lodare  Dio  a  gran  voce  e  ringraziarlo.  Gesù  stesso  lo  nota:  10  hanno  gridato  per   ottenere  la  guarigione  e  solo  uno  torna  indietro,  grida  a  voce  alta  il  suo  grazie  a  Dio   e  riconosce  che  Lui  è  la  nostra  forza  .  Pensate  subito  all’Eucarestia  della  domenica,
che  deve  essere  il  momento  di  ringraziamento,  per  ringraziare,  per  lodare  il  Signore,   per  quanto  fa  per  noi.  Quante  famiglie  non  ce  l’hanno  più  nel  cuore  ?!    Dopo   l’annunciazione,  Maria  corre  da  Elisabetta,  loda  e  ringrazia  con  tutte  le  forze.  Le   prime  parole  sono:  “L’anima  mia  magnifica  il  Signore…”  non  solo  per  quanto  ha   operato  in  lei,  ma  per  tutto  quello  che  ha  fatto  in  tutta    la  storia,  dalla  creazione  in   poi.  Tutto  è  dono  di  Dio  .  Se  noi  possiamo  capire  che  tutto  è  dono  di  Dio,  quanta   felicità  nel  cuore!  Tutto  è  suo  dono,  Lui  è  la  nostra  forza!  Dire  grazie  è  facile,  ma  per   noi  è  così  difficile!  Quante  volte  ci  diciamo  grazie  in  famiglia?  E’  una  delle  parole   chiave  suggeriteci  dal  Papa.  Facciamo  uso  delle  parole  chiave  della  convivenza:   “permesso,  scusami,  grazie”?   Se  nella  famiglia  si  dicono  queste  tre  parole,  la  famiglia  va  avanti.  Quante  volte   diciamo  grazie  a  chi  ci  aiuta?  A  chi  ci  è  semplicemente  vicino?  a  chi  ci  accompagna   nella  vita?  Diamo  tutto  per  scontato  e  questo  avviene  anche  con  Dio:  chiedere,    sì’,   ma  andare  a  ringraziarlo…   Dobbiamo  arrivare  a  fare  un  atto  di  consacrazione  più  vero.  Bisogna  fare  uno  sforzo   in  più,  preghiamo  il  Signore,   perché  non  ci  lasciamo  prendere  da  quello  che   sentiamo,  ma,  con  convinzione,  facciamo  azioni  di  grazie,  partendo  dall’Eucarestia     Preghiamo,  perchè  le  famiglie  si  lascino  educare  dall’Eucarestia,  particolarmente   nella  domenica,  e  questa  educazione  la  esercitino  tutti  i  giorni.

QUINTO  MISTERO   CONTEMPLIAMO   MARIA  MADRE  DELL’EUCARESTIA,  FONTE  E   CULMINE  DELLA  NOSTRA  FEDE   Preghiamo  Maria,  perché  ci  aiuti  a  lasciarci   sorprendere     da  Dio,   a  lodarlo  e   ringraziarlo,  perché  è  Lui  la  nostra  forza.  Preghiamo  per  le  famiglie,  perché  oggi  non   ci  si  sorprende  più,   perchè  il  consumismo  ha  bruciato  il  senso  della  festa.  Il   consumismo  ha  bruciato  la  domenica.  Dio  ci  chiede    la  fedeltà.  Che  cosa  vuol  dire   “fedeltà”  nel  matrimonio?   Vuol  dire  riconoscere  il  mistero  di  Dio  presente  nel   sacramento  del  matrimonio  e  nella  persona  con  cui  condivido  la  vita:  tutto  ciò  ci   supera  infinitamente  e  ci  spinge  a  camminare  con  la  meraviglia  della  fede,  pur  non   comprendendo  tutto  e  bene.   Con  questo  spirito,  consacriamo  le  famiglie  a  Maria,  facendo  nostro   l’ATTO  DI  AFFIDAMENTO  DI  PAPA  FRANCESCO
Beata Maria Vergine di Fatima, con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata.
Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla.
Accogli con benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.
Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.
Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.
Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità.
Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù.
Amen.

OMELIA  DI  DON  FRANCESCO  PAOLO  VACCARINI

(Trascrizione dal sonoro)

Sia  lodato  Gesù  Cristo!   In  questo  momento  non  faccio  io  commenti  con  la  Parola  di  Dio,  ma  Lasciamo   parlare  il  magistero    del  Santo  Padre,    in  quest’anno  della  fede,  con  l’enciclica   “Lumen  fidei”:  vediamo  che  cosa  dice  riguardo  alla  fede  e  alle  famiglie.     Un  piccolo  richiamo  alla  Parola  di  Dio  che  abbiamo  ascoltato,    (Rm  4,13.16-­‐18),   perchè  è  Dio  che  ci  ha  parlato:  dalla  Parola  di  Dio  dobbiamo  partire  e  vivere.     E’  molto  chiaro  l’esempio  di  Abramo,  chiamato  padre  di  tutti  noi,  quindi  di  tutte   famiglie,  perchè  ha  vissuto  la  fede,  non    perché  è  stato  circonciso  o  perché  era   ebreo.  E’  uno  che  ha  vissuto  la  fede  così  bene…e  la  vediamo  realizzata  nella  sua   discendenza,  particolarmente  in    Maria,  non  a  chiacchiere,  ma  a  fatti.  Tu  Mamma   hai  dato  la  vita  a  Dio!  E’  il  massimo  del  sì,  ma  il  sì  di  Maria,  parte  dal    sì  di  Abramo.    Il  Vangelo  di  oggi  (Lc  12,  8-­‐12)  è  riassuntivo  di  tutta  la  nostra  fede.  In  pratica  ci   ricorda  che  alla  fine  dovremo  dire  davanti  a  Dio:  “Io  ti  ho  riconosciuto,  ho  avuto  fede   in  te”  e  il  Signore  non  ci  dirà:  “  Dimmelo  a  parole”,  ma  ci  chiederà:  “E    la  tua  vita?  E   la  tua    fede?  la  fede  della  tua  famiglia?  Il  tuo  cammino  di  fede?”    E’  il  giudizio  finale  personale  e  universale  e  ogni  famiglia  si  riconoscerà:  sono  stata   famiglia  secondo  il  cuore  di  Dio?  Non  sono  stata  famiglia?     Questa  è  la  verità!  Adesso  devi  fare  crescere  ,  devi  sviluppare,  devi  fare  in  modo  che   il  tuo  piccolo  mondo  diventi  secondo  quel  mondo  universale  del  Paradiso,  che  noi   tutti  attendiamo.     Ci  ritroviamo  nelle  linee  che  la  Chiesa  ci  ha  precisato  nel  Catechismo?  La  confusione   è  talmente  grande,  che  abbiamo  il  dovere  di  conoscerlo  bene.  Non  si  hanno  le  idee   chiare!   Quando  siamo  chiamati  a  dare  testimonianza,   dobbiamo  avere  le  idee   chiare.  E  ai  piccoli  che  cosa  insegniamo?  Bisogna  educarli  bene  alla  fede.   Due  papi    preparano  la  strada  a  Papa  Francesco,  che  ci  ha  donato  quest’anno   l’enciclica  “Lumen  fidei”,  che  adesso  leggerò:  uno  è  Papa  Paolo  VI,  che  ha  portato
avanti  il  Concilio  Vaticano  II,  dopo  che    Giovanni  XXIII  lo  aveva  iniziato.  Un  suo   documento  fondamentale,  per  capire  la  nostra  missione  di  cristiani  e  di  famiglie  è   l’”Evangheli  nuntiandi”,  in  cui  si  afferma  che  tutti  i  cristiani  hanno  il  dovere  di   annunciare  il  Vangelo,  tanto  più  il  papà  e  la  mamma,  le  famiglie,  anche  con  i  piccoli.     E  ci  mette  in  guardia,  quando  dice:
“ Tra tali ostacoli, che sono anche dei nostri tempi, Noi ci limiteremo a segnalare la mancanza di fervore, tanto più grave perché nasce dal di dentro; essa si manifesta nella negligenza e soprattutto nella mancanza di gioia e di speranza. Noi, pertanto, esortiamo tutti quelli che hanno, a qualche titolo e a qualche livello, il compito dell’evangelizzazione ad alimentare il fervore dello spirito (130)” L’altro  Papa  è  Benedetto  XVI,  che  ha  preparato  personalmente  la  “Lumen  fidei”,  poi   completata  e  firmata  da  Papa  Francesco:  “Famiglia  vivi  e  trasmetti  la  fede”   Questa  parte  si  trova    alla  conclusione  di  tutto  l’argomento  di  riflessione  sulla  fede.     Nel  capitolo  IV  dice  :  “Dio  prepara  per  loro  una  città”.   Il  mondo  di  oggi    non  è  la  città  definitiva,  ma  serve  a  costruire  i  cuori  per  quella  città,   a  lavorare  insieme  in  armonia,  in  complementarità  per  quel  progetto.  Nessuno  di  noi     è  un  battitore  libero  in  questa  costruzione;  la  fede  è  il  bene  comune.  Subito  dopo  il   Documento  approfondisce  il  rapporto  tra  la  fede  e  la  famiglia  e  dice  che    la  fede  è     una  luce  per  la  vita  dell’intera    società.   Capite  qual  è  il  ruolo  fondante  di  ogni  famiglia?   Leggiamo  i  n.  52  e  53  della  “Lumen  fidei”   Rapporto  tra  la  fede  e  la  famiglia

52. Nel cammino di Abramo verso la città futura, la Lettera agli Ebrei accenna alla benedizione che si trasmette dai genitori ai figli (cfr Eb 11, 20-21). Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cfr Gen 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore. Fondati su quest’amore, uomo e donna possono promettersi l’amore mutuo con un gesto che coinvolge tutta la vita e che ricorda tanti tratti della fede. Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti, che ci sostiene e ci permette di donare l’intero futuro alla
persona amata. La fede, poi, aiuta a cogliere in tutta la sua profondità e ricchezza la generazione dei figli, perché fa riconoscere in essa l’amore creatore che ci dona e ci affida il mistero di una nuova persona. È così che Sara, per la sua fede, è diventata madre, contando sulla fedeltà di Dio alla sua promessa (cfr Eb 11,11).

53. In famiglia, la fede accompagna tutte le età della vita, a cominciare dall’infanzia: i bambini imparano a fidarsi dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli. Soprattutto i giovani, che attraversano un’età della vita così complessa, ricca e importante per la fede, devono sentire la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della comunità ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede. Tutti abbiamo visto come, nelle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l’impegno di vivere una fede sempre più salda e generosa. I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità.

Questo  è  il  cammino  della  famiglia!     Parlando  della  società,  sentiamo  la  prima  battuta  del  numero  54  dell’enciclica.     “Assimilata e vissuta in famiglia, la fede diventa una luce per illuminare tutti i rapporti sociali.” Sia  lodato  Gesù  Cristo

RELAZIONE  DI  GRAZIELLA  RASILE

Inizio    la  mia  relazione  ponendomi  e  ponendo  a  voi  una  prima  domanda:     “Perché  ci  incontriamo  una  volta  l’anno  in  un  convegno?”   Se  siamo  qui,  è  perché  abbiamo  sentito  che  è  una  necessità  che  ci  pone  il    camminare   insieme:  è  bene    fermarsi      ogni  tanto  per  riflettere  su  quello  che  stiamo  facendo,  mettere  a   confronto  da  una  parte    l’esperienza  che  abbiamo  fino  ad  ora  vissuto,    dall’altra  la  meta  che   ci  eravamo  posti,  confrontarci  tra  di  noi,  verificare  la  vitalità  della  nostra  partecipazione.   Allora,  quale  era    l’ideale  verso  il  quale  ci  incamminammo  ben  13  anni  fa?   E’  presto  detto:  l’ideale  era  ed  è  tuttora  la  famiglia  che,  con  la  guida  e  l’aiuto  di  Maria,   diventa  sempre  più  cristiana:  Cristo  al  centro  della  nostra  vita,  per  una  famiglia  santa.   Più  volte  ci  è  stato  detto  che  questo  termine”santificazione”  spaventa  e  sembra  quasi   irraggiungibile,    perché  noi  erroneamente  vediamo  nella  santità  solo  le  virtù  eccezionali  di   tanti  santi,  già  innalzati  agli  onori  dell’  altare,  come  San  Pio,  San  Francesco  e  tanti  altri.   Chissà,  invece,  quante  coppie  di  coniugi,  che  hanno  vissuto  una  vita  familiare  normale,  nella   semplicità,  alla  luce  di  Dio,  quotidianamente,  educando  i  loro  figli  e  sacrificandosi  per   amore,  senza  risparmio  di  energie,  sono  oggi  in  Paradiso  e  noi  non  lo  sappiamo!   Essere  santi  è  fare  la  volontà  di  Dio,  nella  normalità  delle  esperienze  di  tutti  i  giorni,  piccole   e  grandi  che  siano,  cadendo  a  volte,  ma  sempre  pronti  a  rialzarci,  chiedendo  al  Signore   perdono  ,  luce  e  forza  per  andare  avanti.   Se  la  famiglia  è  unita  in  questo,  di  conseguenza  vive  nella  serenità,  si  sente  unita,  perché   alimentata  dall’amore  gratuito  che  viene  da  Dio  e  che  ciascuno  riversa  sull’altro.     Essendo  la  famiglia    cellula  base  della  società,    proprio  nella  famiglia  è  riposta  la  speranza  di   rinnovamento  dei  popoli    :  tutti  quelli  che  stanno  al  potere,  come  i  politici  e  i  governanti,   ricevono  la  loro  formazione,  la  loro  mentalità  dalla  famiglia  in  cui  sono  nati  e  cresciuti.     La  Chiesa  stessa  rinnova  i  suoi  apostoli,  attingendo  dalla  famiglia,  perché  le  vocazioni   sacerdotali,  religiose  e  matrimoniali  nascono  e  vengono  coltivate  nella  famiglia.  Per  questo   ogni  risanamento  non  può  che  ripartire  dalla  famiglia.   Se  ci  guardiamo  intorno,  non  possiamo  non  vedere    la  crisi  che  incombe  su  tutto:  sulle   persone  e  sul  creato.  I  temporali  che  stanno  cadendo  sulla  famiglia,  cercano  addirittura  di   cambiarne  i  connotati.
E’  chiaro  che  questo  non  era  nel  progetto  di  Dio,  ma    è  conseguenza  del  peccato  dell’uomo,   che  ha  escluso  Dio  dalla  sua  vita  e  messo  se  stesso  al  centro  di  tutto.     Tante  volte  abbiamo  sentito  dai  nostri  ultimi  papi,  che  l’umanità  si  trova  ad  un  bivio  e  che   corre  il  rischio  di  autodistruzione.     Chiediamoci  allora:  che  cosa  possiamo  fare  noi,  così  piccoli,  di  fronte  a  tanto  decadimento?    Come  correggere  questa  rotta?   La  Madonna  ci  indica  la  strada  e  non  si  stanca  mai  di  ripeterci:  -­‐  Figli  miei,  pregate!  La   preghiera  fa  miracoli!  Con  il  Santo  Rosario  si  fermano  anche  le  guerre!  Il  mondo  è  in   pericolo  e  la  preghiera  è  l’unico  mezzo  che  il  Signore  ha  messo  a  vostra  disposizione.   Non  dimenticate  che  Gesù  è  con  voi,  è  risorto,  è    vivo  e  Lui  è  in  grado  di  fare  nuove  tutte  le   cose,  può  cambiare  tutto  e  anche  in  poco  tempo.  Anch’  io  sono  con  voi  ed  intercedo  presso   mio  Figlio!   Questo  è  quello  che  la  Madre  ci  ripete  e  i  fatti  della  storia  ci  confermano  quanto  abbia   ragione.    Ad  esempio,  pensiamo  alla  nostra  tristezza,  quando  il  Papa  Benedetto  XVI  si  è  dimesso:   potevamo  pensare  che  avremmo  avuto  un  papa  del  calibro  di  Francesco,  che  attira  tante   folle  ed  è  gradito  e  apprezzato  da  tutti,  credenti  e  non  credenti?   Pensiamo  anche    a  quando  ultimamente    il  Santo  Padre  Francesco  ha  chiesto  una  giornata   di  preghiera  e  di  digiuno,  rivolgendosi  a  tutti  gli  uomini  di  buona  volontà.  Se  ricordate,  stava   per  scoppiare  la  guerra,  che  sarebbe  stata  mondiale.  L’America  aveva  deciso  di  bombardare   la  Siria.  Tutto  il  mondo  ha  risposto  con  la  preghiera  e  con  il  digiuno    alla  richiesta  del  Papa    e     la  svolta  è  stata  immediata  e  grande:  dalla  decisione  già  presa  di  iniziare  il  bombardamento,   si  è  passati  alla  diplomazia,  al  dialogo  e  speriamo  che  si  vada  avanti  in  questo  senso.   Seguitiamo  a  pregare.   Noi  ringraziamo  Dio,  che  ci  ha  affidato  a  Maria,  per  percorrere  la  strada  della  preghiera.
Fin  dall’inizio  abbiamo  capito  che  anche  una  sola  “Ave  Maria”  in  più  era  come  un  gioiello   dal  valore  eterno,  che  noi  mettevamo  nel  cuore  di  Dio  per  il  bene  delle  nostre  famiglie  ed   ora  ancora  di  più,  oggi,  siamo  convinti  che  proprio  la  Madonna  ci  abbia  ispirato  la   formazione  di  tanti  gruppi  che  si  riuniscono  a  pregare,  per  promuovere  e  moltiplicare  la   preghiera,  facendoci  nel  contempo  gustare  la  bellezza  di  essere  insieme  tra  di  noi  e  con  Lei   nel cuore  di  Dio.
L’anno  della  fede,  proclamato  dalla  Chiesa,  sta  per  finire,  ma  il  cammino  deve  continuare,   alimentato  dalla  preghiera.  Ha  detto  il  Santo  Padre  nell’  ”Angelus”  di  due  settimane  fa:  La   preghiera  è  il  respiro  della  fede:  in  un  rapporto  di  fiducia,  in  un  rapporto  di  amore,  non  può
mancare  il  dialogo,  e  la  preghiera  è  il  dialogo  dell’anima  con  Dio….  Ottobre  è  anche  il  mese   del  Rosario…    riceviamo  dalle    mani  di  nostra  Madre  la  corona  del  Rosario:  il  Rosario  è  una   scuola  di  preghiera,  il  Rosario  è  una  scuola  di  fede!
Abbiamo  scritto,  nella  circolare  che  vi  abbiamo  inviato  a  casa,  che  urge  il  pregare  e,  se   siamo  qui,    credo  che  tutti  siamo  convinti  di  questo,  perché  Dio  non  si  smentisce  e  Gesù  ha   detto  e  ripetuto:  “Chiedete  e  vi  sarà    dato”,”  Quando  chiederete  al  Padre  una  cosa  nel   nome  mio,  consideratela  già  ottenuta”.   Poniamoci  un’altra  domanda:  questa  nostra  fede  ha  portato  qualche  cambiamento  nel   corso  degli  anni?   Ricordo  che  all’inizio  percepimmo  chiaro  e  affascinante  l’invito  che  la  Madonna  ci  faceva  a   riportare  la  preghiera  nella  famiglia,  o,  meglio,  a  riportare  la  famiglia  a  pregare  insieme,   come  consuetudine  di  vita,  ma  sentivamo  forte    gli  ostacoli  che  venivano  dall’abitudine   acquisita  di  vivere  la  fede  come  un  fatto  individuale    e  dalla    mentalità  pagana  del  mondo  ,   secondo  la  quale  era    illegittimo  toccare  la  sfera  privata  di  ciascuno  dei  nostri  familiari.   Temevamo  di  originare  ribellioni.   In  questa  nostra  percezione  di  debolezza,  ci  dicemmo:  “Se  la  Madonna    chiede  questo,    si   vede  che  è  possibile.  Intanto  affidiamo  a  lei  le  nostre  famiglie  e  sosteniamoci  tra  noi  con  la   preghiera,  anche  da  lontano.  Il  resto  lo  farà  Lei!”   Con  questa  fiducia,  come  di  bambini  che  si  affidano  ciecamente  alla  mamma,  ci  mettemmo   in  cammino.       All’inizio,  quindi,  ci  accontentavamo  di  una  preghiera  fatta  anche  da  soli,  pur  in  comunione   di  spirito,  con  la  speranza  di  coinvolgere  piano  piano  prima  il  coniuge  e  poi,  secondo  le   possibilità,  gli  altri  membri  della  propria  famiglia.   Come  mai  allora,  oggi  parliamo  e  spingiamo  perché  si  formino  dei  cenacoli  di  preghiera?   La  Madonna  ci  svela  piano  piano  il    “progetto”  al  quale  ci  ha  chiamato  ad  aderire.   Maria  è  mamma,  ma  anche  maestra.  Ci  ha  preso  per  mano  chiedendoci  inizialmente  solo  un   piccolo  impegno,  per  farci  poi  crescere,  guidarci  a  tappe    verso  quell’ideale  che    ci  ha   additato.   Credo  che  tutti  ci  rendiamo  conto  che,  in    questi  13  anni,  il  mondo  sia  diventato  ancora  più   pagano;   la  famiglia  è  stata  assalita  da  una  crisi  che  ne  vuole  addirittura  cambiare  i   connotati.   La  Chiesa  Cattolica,  ma  anche    il  cristianesimo  in  generale,  è  sotto  persecuzione.  Questa   persecuzione    in  molti  paesi  genera  addirittura  il  martirio,  con  il  versamento  del  sangue;  nei
paesi  così  detti  occidentali,  quelli  più  evoluti  dal  punto  di  vista  materiale  e  scientifico,  come     l’Italia,   è   più  subdola,     piuttosto   di  tipo  psicologico:     vuole   diffondere  una   mentalità,   secondo  la  quale    la  religione  è  un  fatto  che  riguarda  solo  la  sfera  privata  della  vita;  secondo   la  quale    credere  in  Dio  è  da  ingenui  e  la  preghiera  è  un  fatto  da  donnette  bigotte.   Invece  la  Madonna,  gradualmente  ci  guida  verso  la  verità,  verso  ciò  che  veramente  vale  e  ci   infonde  il  coraggio  per  perseguirlo.  Tanti  di  noi,  con  il  suo  aiuto,  hanno    iniziato  un  cammino   di  fede,  che,  dal  semplice  rosario  del  martedì,  ci  ha  introdotto  ad  una  vita  più  intensa  nella   Chiesa.   L’ascoltarci   tra  di  noi,  il   testimoniarci  reciprocamente  la  fede,  il   raccontarci  le  nostre   esperienze,  incoraggiandoci  di  fronte  agli  ostacoli  e  gioendo  insieme  nei  progressi,  ci  ha   aiutato  a  capire  che  è  parte  integrante  della  nostra  chiamata  anche  il  testimoniare  al   mondo  la  bellezza  della  nostra  fede,  senza  vergogna,  con  gioia  e  spontaneità.    Così  sono  nati  i  cenacoli:  persone  che  hanno  sentito  il  desiderio  di  pregare  insieme  nello   spirito  di  questa  associazione,  hanno  deciso  di  riunirsi,  per  affidare  insieme  le  famiglie  alla   Mamma  Celeste.   E’  bello  sapere  che  ogni  martedì,  a  tutte  le  ore  del  giorno,  nelle  chiese  o  nelle  case,    c’è   qualcuno  che  prega  e  qualche  gruppo  che  si  riunisce  per  questo,    in  unità  di  spirito!  Non   importa  il  numero  dei  componenti  del  gruppo.  Gesù  ha  detto:  dove  due  o  più  sono  riuniti   nel  mio  nome,  Io  sono  in  mezzo  a  loro.  Quindi  anche  due  sole  persone  formano  un  cenacolo   ed  il  primo  cenacolo  è  la  coppia  di  sposi  che  prega  insieme.  E  comunque,  anche  chi  non  ha   altre  possibilità  che  pregare  da  solo,  in  realtà  non  è  mai  solo,  perché  spiritualmente  è  unito   e  sostenuto  da    tanti  fratelli.     La  Madonna,  che  da  buona  madre  di  famiglia    guarda  al  futuro  dei  suoi  figli  e  cerca  di   accumulare  per  loro   i   più   grandi    tesori  ,   utilizzando  anche  le  cose  più  piccole,     sommessamente,  con  noi,  sta  mettendo  in  moto  un  popolo  che  si    apra  sempre  più  ad  una   preghiera  generosa,  rivolta  a  Dio  non  solo  per  sé  e  per  le  persone  della  propria  famiglia,  ma   anche  per  gli  altri.   Avanti,  dunque,  con  fiducia  piena  e  coraggio!   Seguitiamo  a  pregare  ed  a  sostenerci  reciprocamente  con  la  preghiera,  mantenendo  fermo   il  punto  del  Rosario  del  martedì.    Guardiamoci  intorno  e,  come  è  possibile,  formiamo  dei  cenacoli.     Pur  essendo  apprezzabili  tutti  i  gruppi  di  persone  che  si  riuniscono  per    pregare  insieme,     nelle  chiese  o  nelle  case,  l’esperienza  maturata  ci  dice  che  la  nascita  di  cenacoli  dentro  case   dà  delle  opportunità   specifiche  per  noi,  perché  riportano   la  preghiera  all’interno
dell’abitazione  domestica,   possono   coinvolgere   gradualmente   più  persone  della  stessa   famiglia,  si  possono  estendere  a  vicini  di  casa,  a  conoscenti,  a  volte  ad  ammalati  e  anziani  e   offrono  la  possibilità  di  parlare,  approfondire  la  fede,  coltivare  meglio  un’amicizia  fraterna   nel  Signore.   Apprezziamo  sempre  la  preghiera,  quindi  è  utile  riunirsi  anche  nelle  chiese,  ma  auspichiamo   che  quella  sia  come  una  tappa  di  maturazione,  perché  poi  da  lì  si  faccia  un  passo  avanti  e   qualcuno  inizi  a  formare  cenacoli    nelle  case.   Ultima  domanda:  chi  può  far  parte  dell’associazione  “Le  Famiglie  di  Maria?   E’  presto  detto:  tutti,  perché  tutti  siamo  figli  di  Maria  e  tutti  abbiamo  una  famiglia,  almeno   quella  di  origine,  che  ci  ha  trasmesso  la  vita.  Abbiamo  a  cuore  la  famiglia  matrimoniale  e   preghiamo  perché  sia  bella  secondo  il  cuore  di  Dio,  ma  viviamo  nel  mondo,  per  cui  ci  sono   tra  noi    famiglie  ferite  dalla  separazione,  persone  in  difficoltà,  giovani  che  desiderano   formarsi  una  famiglia.  Accogliamo  anche  famiglie  religiose  e  ringraziamo  il  Signore  della   loro  presenza,  perché  siamo  sicuri  che  forte  sia  il  loro    sostengono  con  la  preghiera.   Sentiamo  anche  l’aiuto  di  coloro  che  sono  già  saliti  al  cielo.  Noi  preghiamo  per  loro,  ma  essi   incessantemente  ci  sostengono  con  la  loro  preghiera.   Ciascuno  di  noi  si  adoperi,  perché  questa  grande  catena  d’amore  si  allarghi  sempre  di  più  e   possa  abbracciare  il  mondo  intero.  Noi  siamo  piccoli  e  deboli,  ma  la  nostra  condottiera,   Maria,  ci  sostiene  e  ci  guida.

TESTIMONIANZE

TESTIMONIANZA  DI  MARIA  GRAZIA  E  PAOLO  DI  GRADO

Parla  Maria  Grazia   (Trascrizione dal sonoro) Ci  siamo  incontrati  per  caso  nove  anni  fa,  in  una  chiesa  di  Terni.  (Si stava svolgendo il Convegno Annuale delle Famiglie di Maria nella Cattedrale) Di  solito  facciamo  una  vacanza  settimanale  per  il  nostro  anniversario  di  matrimonio   ed  eravamo  in  viaggio  per  quello.  Diciamo  che  poi  ci  siamo  persi  di  vista.     Quest’anno  è  successa  un  cosa  particolare  a  me.  Nel  giorno  del  mio  compleanno     siamo  andati  nel  santuario  della  Madonna  del  Monte  Fusario,  nei  pressi  di  Tarvisio,   sono  caduta,    ho  fatto  un  volo  di  circa  due  metri    e  mi  sono  fermata  sull’orlo  di  un   precipizio.     La  Madonna  mi  ha  fatto  un  miracolo  e,  siccome  io  mi  chiamo  Maria  Grazia,  perchè     la  mia  nascita  è  stata  una  grazia  della  Madonna  (  Infatti  mia  madre,  dopo  mio   fratello,  in  teoria    non  poteva  avere  altri  figli.  Ha  chiesto  la  grazia  alla  Madonna  di   Loreto  e  io  sono  qua,  contro  il  parere  di  tanti  medici),  mi  sono  detta:  se  la  Madonna   mi  ha  fatto  rinascere  per  la  seconda  volta,  significa  che  ha  bisogno  di  me.   Ho  cercato  di  capire  che  cosa  volesse  da  me  e  lo  sto  scoprendo  poco  per  volta.   Infatti  sono  stata  a  Medjugorje  per  la  prima  volta  questo  fine  di  Settembre  e,  senza   un  atteggiamento  di  forte  emozione,    ho  provato  proprio  un  senso  di  libertà,  di   capire,  di  sentire  che  cosa  poteva  volere  da  me.   Quando  sono  tornata  da  Medjugorje,  ho  trovato  l’invito  a  venire  qui  e,  a  questo   punto,  questo  non  poteva  essere  che  un  segnale  molto  evidente,    che  dovevamo   essere  qua.  E    a  questo  punto  credo  di  aver  capito  cosa  vuole  da  me,  da  noi  e  quindi     inizierò  questa  nuova  strada,  molto  volentieri,  cercando  anche  la  presenza  di  un   sacerdote.    Io  volevo  iniziare  nove  anni  fa,  ma  le  difficoltà  c’erano,  non  ho  trovato  un  grosso   riscontro  in  parrocchia  .  Animavamo  la  messa  delle  11,30,  dove  avevamo  un  piccolo   coretto  e  dove  la  mia  famiglia,  con  due  figlie,  è  cresciuta.  Io  adesso  ho  ben  chiaro  il   progetto:  cercheremo  di  andare  avanti.   Ci  rincontreremo  senz’altro